Sulla legge Calderoli la Corte costituzionale aveva già espresso il proprio parere bocciando sette, ben sette punti-chiave della normativa in materia di Autonomia differenziata.
Oggi, che la Consulta ha deciso di non ammettere il referendum abrogativo, viene ancora una volta e in modo più accentuato chiamata in causa la politica.
Perché quelle norme vanno cambiate, rispettando non solo le autorevoli e insindacabili indicazioni della Corte ma anche il malessere espresso con la firma nei nostri banchetti da un milione e 300 cittadini.
Tra questi, 152 mila siciliane e siciliani che hanno scelto di rivendicare con noi dignità e rispetto, parità di risorse e opportunità, uguale diritto di cittadinanza da Nord a Sud”.
Lo afferma la segretaria generale della Uil Sicilia, Luisella Lionti, che aggiunge: “Condividiamo e facciamo nostre le affermazioni della segretaria confederale nazionale Uil Ivana Veronese che ha ricordato come l’Autonomia differenziata, stando al testo approvato dal Parlamento, rappresenti una minaccia di ulteriore aumento delle diseguaglianze territoriali e sociali nel Paese. Adesso, attendiamo che Governo e Camere svolgano la propria parte con senso di responsabilità e lungimiranza evitando di sbagliare per la seconda volta”.
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