Appartiene alla memoria del territorio, con le cianciane al collo nei giorni di festa popolana; con la sagoma appesantita dalle ceste caricate sul dorso, dal passo lento ma instancabile, al fianco dei contadini, di rientro dalle campagne arse e assolate dell’Entroterra siciliano. E’ l’asino grigio delle novelle di Giovanni Verga, una specie autoctona siciliana oggi a rischio di estinzione che resiste grazie alla dedizione di qualche allevatore appassionato. In tutta la regione si contano meno di un centinaio di esemplari. Un equide la cui salvaguardia è al centro del progetto “Recupero, Conservazione e Caratterizzazione delle Risorse Genetiche Equine e Asinine Siciliane”, realizzato dall’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia, con la collaborazione dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, delle Università di Catania (Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente – Di3A) e di Messina (Dipartimento di Scienze Veterinarie. E’ un progetto, finanziato attraverso la Misura 10.2.b “Conservazione delle risorse genetiche animali in agricoltura” del Piano di Sviluppo Rurale per la Sicilia 2014-2022, che si pone due obiettivi, attraverso una doppia caratterizzazione genetica e morfologica: da un lato lo sviluppo di un Piano di conservazione per le razze equine già riconosciute, quali il Cavallo Sanfratellano, il Cavallo Puro Sangue Orientale, l’Asino Pantesco e l’Asino Ragusano; dall’altro, un Piano di caratterizzazione per i Tipi Genetici Autoctoni (TGA) che non hanno ancora status di razza, tra cui l’Asino Grigio Siciliano, e il cavallo siciliano che invece dopo un lungo iter di circa 20 anni, ha ottenuto il riconoscimento, lo scorso aprile.
Ed è proprio sull’asino grigio siciliano che nei giorni scorsi è stata organizzata una giornata divulgativa, a Masseria Specchi, situata all’interno della Riserva Naturale Orientata Pantalica -Valle dell’Anapo -Torrente Cava Grande (SR), dove cresce un piccolo allevamento di 7 asini e 2 puledrini, Violetta e Vasco dell’Anapo nati la scorsa estate, frutto di un’attività congiunta del Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale con il supporto dell’Istituto Incremento Ippico,
Nell’occasione, sono stati presentati i primi risultati del progetto. “La salvaguardia dell’Asino grigio diventa strettamente connessa alla straordinaria cornice culturale, storica e paesaggistica di questo territorio – ha evidenziato il Commissario Straordinario Istituto Incremento Ippico per la Sicilia, Ignazio Mannino – Le risorse sia intellettuali che economiche intercettate dall’istituto mediante il PSR hanno la duplice valenza di ricerca e di tutela e conservazione della razza”.
I risultati delle attività progettuali sono stati esposti dai due responsabili scientifici del progetto, Salvatore Bordonaro, (Di3A) UNICT, e Alessandro Zumbo, dipartimento Scienza Veterinarie UNIME.
“Con questo progetto abbiamo intrapreso un percorso virtuoso– ha sottolineato il professore Bordonaro – soprattutto trovando disponibilità negli allevatori che detengono le fattrici e alcuni stalloni per continuare ad accoppiarli e soprattutto ad rassicurare lo scambio genetico fra stalloni. La parola chiave è organizzare le monte per mantenere la variabilità genetica e da qui a un anno probabilmente scopriremo, non solo altri gruppi di grigi ma soprattutto maschi in grado di lasciare la loro traccia genetica. La caratterizzazione genetica ci dà l’idea della variabilità intra gruppo per poter indirizzare in base alle fattrici qual è lo stallone migliore”. “Gli elementi acquisiti –ha aggiunto – saranno utili per poter presentare, assieme all’Anareai, (l’ente che gestisce i libri genealogici delle razze autoctone di cavalli e di asini italiane a rischio distinzione), la relazione tecnica per i riconoscimento di razza autoctona anche all’Asino Grigio Siciliano”.
Attività progettuale diversa per quanto riguarda le razze già riconosciute, legate al miglioramento genetico e morfologico. “Le eventuali variazioni morfologiche riscontrate nel corso degli anni – ha proseguito Alessandro Zumbo, UNIME – al momento stanno riguardando soprattutto il cavallo Sanfratellano. Dalle prime indagini abbiamo potuto appurare infatti, che, rispetto allo standard di razza, ci sono delle differenze morfologiche rilevanti”. Questo comporterà un confronto con l’ente Anareai per poter rendere più attuale lo standard di razza del cavallo sanfratellano”.
All’incontro, hanno relazionato anche Morena Carlentini, dottoranda del Di3A, sulla caratterizzazione genetica della biodiversità asinina siciliana; e Carla Mainenti, veterinaria dell’Istituto Incremento Ippico, sugli aspetti riproduttivi. A tale proposito,il terzo obiettivo del progetto è la realizzazione di una banca del seme per lo stoccaggio di seme degli stalloni oggetto dell’indagine.
Sono intervenuti anche: Giancarlo Perrotta, dirigente Servizio 16 provincia Siracusa, Dipartimento Sviluppo Rurale e Territoriale; Michelangelo Bentivegna, direttore dell’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia, i sindaci di Cassaro, Mirella Garro, di Buscemi, Michele Carbè, l’assessore alla Pubblica Istruzione di Sortino, Milena Tuccitto. Nell’occasione, è stato presentato il progetto formativo-creativo “Alla scoperta della Valle Incantata” che coinvolge gli alunni delle scuole primarie del Comprensorio, rappresentati da Gloriana Russitto, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo G. M. Columba.