Palermo 25 gennaio 2025 – All’inaugurazione dell’anno giudiziario la Fp Cgil Palermo, oltre alla vicinanza ai magistrati contro l’ennesimo tentativo di stravolgimento della Costituzione, ha messo in evidenza come il governo “non si stia preoccupando che il sistema giustizia funzioni nella maniera più efficiente”.
Sta per venire meno, è la denuncia della Fp Cgil Palermo, un diritto di rilievo costituzionale del cittadino: la garanzia di un’esistenza libera in uno stato di diritto.
“A dimostrarlo – afferma il segretario generale Fp Cgil Palermo Andrea Gattuso – ci sono le tante disfunzioni degli uffici giudiziari, a partire dalle carenze d’organico: ogni anno vanno in pensione 2mila persone che non vengono sostituite, le scoperture sono superiori al 35 per cento e l’età media del personale è di 58 anni. E a rendere poco attrattivo il ministero della Giustizia c’è anche la mancata sottoscrizione del contratto integrativo della giustizia, vecchio di 15 anni, che non risponde più alle necessità del personale, impedisce la distribuzione delle premialità ai lavoratori e tiene bloccate le loro carriere professionali”.
A esplicitare la richiesta di stabilizzare tutto il personale precario Pnrr, che ormai non basta più a coprire le carenze d’organico spaventose che si registrano dalle procure alle corti d’appello, passando per i tribunali ordinari, è intervenuto all’inaugurazione dell’anno giudiziario di Palermo Leandro La Bua, rappresentante della Fp Cgil Palermo, funzionario dell’Ufficio per il processo in Corte d’Appello.
La Bua ha lanciato al ministero della Giustizia e al governo un appello, in rappresentanza di tutti i colleghi. “Non considerate queste risorse come temporanee, rendetele finalmente parte strutturale del sistema giustizia – ha detto la Bua – Apprezziamo l’impegno finora profuso per la stabilizzazione di circa 6 mila lavoratori a partire dal 1° luglio 2026. Ma riteniamo necessario che la stabilizzazione riguardi l’intero comparto dei 12 mila dipendenti assunti con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, al fine di costruire una giustizia all’altezza delle aspettative della collettività”.
La mancata previsione di un ufficio del processo strutturato e pensato a pieno regime, sta già portando a perdere tantissimi lavoratori specializzati e formati nel campo giuridico, che sono stati inseriti con il progetto europeo del Pnrrr. “Lavoratori precari – ha spiegato La Bua – che tra pochi mesi potrebbero abbandonare gli uffici giudiziari a favore di altre amministrazioni più attrattive, disperdendo quel patrimonio professionale e umano di cui al momento dispone questo ministero che auspichiamo, di concerto con gli organi della Magistratura, di far evolvere in meglio”.
Inoltre, evidenza la Fp Cgil, manca una strategia seria per l’informatizzazione e la formazione . “Abbiamo ancora strumenti obsoleti, non disponibili a tutti e manca inoltre un piano di formazione strutturato per l’aggiornamento dei dipendenti – aggiunge il segretario Andrea Gattuso – L’organizzazione della giustizia oggi è il riflesso dei palazzi giudiziari in cui le lavoratrici e i lavoratori del ministero si trovano ad operare: vecchia, inadeguata e gravata da mille vincoli che non permettono di rendere l’amministrazione della giustizia moderna e al passo con i tempi”.
“Serve una svolta su valorizzazione del personale, diritto alla carriera con incarichi di posizioni organizzative e professionali, indennità di specifiche responsabilità per l’area degli assistenti, sblocco delle progressioni verticali in deroga come da risorse già stanziate e disponibili, insieme alle progressioni economiche orizzontali”, aggiunge l’Fp Cgil.
Infine, modernizzazione e digitalizzazione dei processi dell’amministrazione, recupero del patrimonio edilizio, crescita del benessere lavorativo dei dipendenti. “La Fp Cgil – conclude Gattuso – è in campo per traghettare finalmente questo ministero nel XXI secolo, per chiedere risposte ai problemi che abbiamo evidenziato e migliorare le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori della giustizia”.
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