Ad Enna telemedicina ed etnopsichiatria al sevizio dei cittadini e degli immigrati per promuovere assistenza clinica e sociale. È questo l’obiettivo del convegno “Innovazioni di Welfare tra Telemedicina ed Etnopsichiatria”, che si è svolto nella Sala Migrino dell’Ospedale Umberto I di Enna, organizzato dal Consorzio Umana Solidarietà s.c.s., dall’ASP di Enna e dalla Società cooperativa sociale Onlus “Il Melograno” in collaborazione con il Comune di Enna e l’Università degli Studi di Enna Kore.
L’evento, che rientra tra le iniziative finanziate dall’Unione Europea all’interno del programma NextGenerationEU nell’ambito dell’Ex PNRR Misura M5C3, Investimento 1, Linea di intervento 1.1.1 – Interventi Speciali per la coesione territoriale “Strategia Nazionale per le aree interne” “Potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità” e dal Dipartimento per le politiche di coesione e per il sud della Presidenza del Consiglio dei Ministri – , ha rappresentato un importante momento di confronto e riflessione sulle nuove frontiere della sanità e del welfare, per rispondere alle sfide della società contemporanea.
I saluti istituzionali sono stati affidati ad Emanuele Cassarà, direttore sanitario dell’ASP di Enna, che ha dichiarato: “Questo convegno è una dimostrazione concreta di come il nostro territorio possa diventare un modello di innovazione nel welfare, grazie alla collaborazione tra istituzioni, comunità locali e professionisti del settore”. Giuseppe La Porta, assessore delle comunità educante di Enna, il quale ha sottolineato: “Siamo felici di aderire a questo progetto, che rappresenta un’occasione unica per promuovere l’integrazione tra sanità, educazione e inclusione sociale, creando una rete di supporto per tutti i cittadini.”
Per Paolo Ragusa, Coordinatore del Consorzio Umana Solidarietà e presidente nazionale di ANCOS, UNCI, questo progetto rappresenta un punto di incontro fondamentale tra territori e persone, creando momenti di condivisione e valorizzando il capitale umano delle nostre comunità. La telemedicina e l’etnopsichiatria non sono solo servizi sanitari, ma veri strumenti di inclusione e partecipazione sociale, elementi fondamentali per costruire una comunità educante.
Massimo Campisi, direttore della U.O.S. di lungodegenza e telemedicina, ha affermato: “I servizi di telemedicina possono abbattere barriere e distanze, rendendo il supporto psicologico e sanitario accessibile a tutti, soprattutto a chi è più vulnerabile”.
Il convegno ha visto la partecipazione di esperti del settore che hanno sottolineato il valore dell’iniziativa e il suo impatto sociale. Vincenzo Di Natale, psicologo dell’ambulatorio di Etnopsichiatria, Antonio Messina, direttore dell’U.O. SPDC, e Luciano Panetta, responsabile del progetto telemedicina PNRR, hanno presentato i dettagli operativi del programma e Vania Marchionna, responsabile del mainstreaming del progetto, ha evidenziato il ruolo del territorio, affermando: “Il coinvolgimento delle comunità locali è essenziale per il successo e la sostenibilità di queste iniziative”.
Interessanti anche le relazioni dei professori: Adriano Schimmenti, psicologo e direttore del Dipartimento di Scienze dell’Uomo, che ha parlato dell’ombra del carnefice e del trattamento integrato dei migranti vittime di tortura e Sergio Severino, professore di Sociologia Generale presso l’Università Kore di Enna, che ha offerto una visione approfondita sulle politiche migratorie e sugli strumenti di integrazione in una prospettiva sociologica.
Uno dei momenti più emozionanti della giornata è stato il contributo della dott.ssa Maria Pistillo, psicoterapeuta e Coordinatrice degli Ambulatori di Etnopsichiatria di Enna. La sua relazione ha portato in luce storie di migranti accolti negli ambulatori, evidenziandone gli aspetti non solo clinici ma anche sociali e umani. “Dietro ogni paziente c’è una storia di dolore, ma anche di resilienza. La telemedicina e l’etnopsichiatria non sono solo strumenti clinici, ma ponti per ricostruire vite”, le sue parole.
Questo convegno rappresenta un esempio concreto di come la sinergia tra istituzioni e territorio possa generare progetti innovativi e inclusivi, in grado di migliorare il benessere collettivo.
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