19 giugno 1983, Niscemi: la diciannovenne Patrizia Scifo veniva uccisa da un boss. Studente calabrese ricorda la sua storia

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani oggi commemora l’omicidio della giovanissima Patrizia Scifo, scomparsa nel nulla la sera del 18 giugno 1983 a Niscemi in provincia di Caltanisetta, attraverso la ricostruzione storica fatta dallo studente Carlo Mancuso della classe I sez. D del Liceo scientifico Filolao di Crotone.

“Patrizia Scifo nasce a Niscemi. Vive con la sorella Amalia e la madre, mentre il padre Vittorio, chiamato anche “Mago di Tobruk”, viaggia molto spesso fra Roma e Parigi per motivi di lavoro.

A 17 anni Patrizia si innamora di Giuseppe Spatola, membro di uno dei clan mafiosi locali, il quale ha 11 anni in più di lei ed è già sposato. Nonostante tutto questo, la ragazza ci si fidanza. La famiglia Scifo fa di tutto per allontanarla da Giuseppe, ma ogni sforzo è vano, poiché i due innamorati decidono di fuggire insieme.

Un giorno il ragazzo si presenta a casa della famiglia di Patrizia per chiedere il permesso di sposarla e i genitori si oppongono, allora i due iniziano a convivere all’infuori del matrimonio.

Ben presto, però, Giuseppe inizia a maltrattare Patrizia, la quale decide di denunciarlo. La denuncia viene revocata poco dopo in quanto scopre di essere incinta e spera che la nascita di un bambino/a possa portare ad un cambiamento nel comportamento del compagno. Nel 1982 nasce Angelica Monica, ma la situazione non cambia. La ragazza decide allora di lasciare Giuseppe e di andarsene con sua figlia, che vuole crescere in un ambiente pieno d’amore e non di violenza.

Il 18 giugno 1983 Patrizia passa la serata a casa della sua famiglia e chiede alla madre di occuparsi della nipotina per la notte. Dopo quella sera, la povera ragazza scompare nel nulla. La famiglia inizia le ricerche, ma è facile capire che la scomparsa di Patrizia è collegata al rapporto, ormai in crisi, tra lei e Giuseppe. Giuseppe però ha un alibi di ferro. Un mese dopo la scomparsa, il padre della ragazza venne sparato fuori dal bar gestito dalla moglie e morì. Probabilmente l’uomo aveva scoperto qualcosa riguardo ciò che era successo alla figlia e per questo doveva essere eliminato

Nel 2011, attraverso la confessione di un pentito, si è scoperto che Patrizia è stata uccisa strangolata e seppellita da Giuseppe Spatola, il quale era morto ormai da anni.

Ancora oggi, la madre, la sorella e la figlia di Patrizia cercano il suo cadavere. Oggi rimangono nei nostri cuori come esempio di affetto profondo”.

Ricordare Patrizia e il suo papà Vittorio oggi significa vivificare il forte sentimento dell’amore che lega la mamma alla figlioletta e il padre alla figlia. Entrambi erano caratterizzati dalla stessa forza morale: proteggere la parte più indifesa. L’istinto del bene che non si piegava al male dominante. Purtroppo non hanno mai ottenuto una piena giustizia. Una storia da raccontare e ricordare specialmente ai più giovani.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.

Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU


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