Dieci lavoratori solo a Catania, 87 con Messina, 524 a livello regionale. Sono i licenziamenti minacciati dalla Ksm, istituto di vigilanza privata, che ha da tempo avviato le procedure di mobilità. Sulle quali, Paolo Spagnolo, responsabile provinciale del settore per la Fisascat Cisl di Catania, chiede l’intervento degli organismo preposti.
“Fin dall’inizio la vicenda ha avuto dei contorni poco chiari – afferma Spagnolo – l’azienda minaccia 524 licenziamenti in tutta l’Isola, su un organico di 1200 dipendenti, a causa di grossi debiti in bilancio”.
“L’intenzione dell’azienda – aggiunge – è di dismettere i servizi sottocosto, un fenomeno che per anni ha interessato il settore senza i dovuti controlli e regole. Di fatto, però, sono stati effettuati pochissimi cambi d’appalto verso altre società di vigilanza e comunque sempre per servizi che fanno capo alla stessa proprietà, gestiti attraverso network riconducibili agli stessi”.
Secondo Spagnolo, si tratterebbe comunque di “servizi peraltro stornabili in qualsiasi momento, senza garanzie occupazionali, con l’unico guadagno per l’azienda che i lavoratori, soprattutto quelli anziani, vengono spogliati dell’articolo 18. Quindi, un sacrificio economico da parte dei lavoratori e un’apertura a un probabile ingresso sul mercato siciliano di altri operatori del settore. Ciò costituirebbe una cassa di risonanza pericolosa”.
Lunedì prossimo, si terrà a Palermo, un altro incontro sulla vertenza. Per tale motivo, Spagnolo chiede che gli organi preposti intervengano “per il bene di tutti e per la continuità occupazionale del settore. E affinché si riesca a capire la verità di quanto accade in Sicilia, nel rispetto della tutela dell’occupazione, si facciano proposte serie e manovre adeguate, così che nessuno dei lavoratori abbia da perdere il proprio posto di lavoro né tanto meno uno stipendio da saldi di fine stagione. È necessario salvaguardare chi è avanti dal punto di vista dell’età e degli anni di servizio, anziché far posto a chi viene assunto con contratti a scadenza, rinnovabili a convenienza come in questo delicato momento e in procedura di mobilità”.
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