presente anche l'ex sindaco di catania stancanelli

Verso il referendum, a Catania le ragioni del ‘no’ di #diventeràbellissima

Ha scelto di chiudere la campagna elettorale per il ‘No’ a Catania, il movimento #diventeràbellissima guidato da Nello Musumeci. Al teatro Abc l’ultimo incontro prima del silenzio elettorale, manifestazione a cui hanno partecipato anche diversi esponenti del centrodestra ( e non ) catanese e siciliano.

C’è anche l’ex sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, uno che il sindaco-senatore, così come prevede la riforma, l’ha fatto, anche se per poco tempo. “E’ così difficile fare contemporaneamente il sindaco e il senatore – ha detto Stancanelli ricordando quando dovette scegliere fra una delle due cariche – che è servita una sentenza della Corte Costituzionale, una sentenza che mancava nell’ordinamento giuridico italiano, perchè non esisteva una norma che prevedesse l’incompatibilità. Per questo motivo è stata fatta una sentenza addittiva, nel mio caso, ed io immediatamente mi sono dimesso. Questa è storia. Tornando all’attualità: un Senato che è composto da rappresentanti che hanno già un altro incarico, avrà delle difficoltà enormi a lavorare”.

C’è anche Paolo Ezechia Reale, già assessore regionale nel governo Crocetta, che guida un movimento civico a Siracusa che strizza l’occhio al gruppo di Nello Musumeci. “Io appertengo ai giuristi siciliani per il no – ha detto Reale – e quindi ho partecipato a diverse manifestazione riguardanti le ‘ragioni del no’. Se dovesse vincere il no, vincerebbe l’Italia. L’Italia che vuole ripartire con il passo giusto e non vuole essere attirata da derive che, certamente, non sono positive”.

Le ‘ragioni del no’ di #diventeràbellissima le ha spiegate, in sintesi, il leader del movimento Nello Musumeci . “Il centrosinistra ha fatto due riforme, tutte e due sbagliate. La riforma del titolo V nel 2001 che, peraltro, adesso hanno inserito nelle norme da correggere; poi la riforma delle province che non ha tolto nulla a quello che avevano le province prima, tranne il diritto al voto a 44 milioni di italiani che non andranno più a votare per scegliere i vertici delle province stesse. Prima le province, adesso il Senato: Renzi è convinto che l’Italia possa essere l’unico paese al mondo capace di avere una democrazia senza popolo”.

 

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