Venti di guerra nel Mar mediterraneo orientale. Cinque morti nello schianto di un aereo militare che stava volando sul Mediterraneo orientale. A confermare la tragedia è stato il Comando europeo EUCOM delle forze armate degli Stati Uniti. Dalle fonti militari, però, non si riesce a sapere ne il tipo di aereo ne luogo di partenza e destinazione. Gli Stati Uniti hanno schierato un gruppo d’attacco di portaerei nell’area come parte degli sforzi per evitare che la guerra tra Israele e Hamas si trasformi in un conflitto regionale. Il comando EUCOM aggiunge soltanto che il velivolo dell’incidente era impegnato in una esercitazione. Inevitabilmente sull’incidente inizia una lunga serie di congetture legate proprio al tipo di schieramento militare statunitense
“È sorprendente che la Forza Armata, per la seconda volta, smentisca circostanze oggettive ampiamente documentate”. Così a luglio commentava l’avvocato Fabio Sammartano, legale della famiglia Altruda, dopo la smentita da parte dell’Aeronautica militare dell’esistenza del segreto di Stato sulla vicenda del caccia Eurofighter precipitato lo scorso 13 dicembre poco prima di fare rientro – insieme ad un altro velivolo – alla base del 37° Stormo a Trapani Birgi. Un botta e risposta che non fa altro che aumentare il mistero su quell’incidente.
Secondo l’Aeronautica, infatti, quanto riportato ieri dai media nazionali e anche da questo giornale non risponde a verità e “tutta la documentazione di interesse è da tempo a disposizione dell’autorità giudiziaria competente. Anche la scatola nera è stata consegnata senza indugio alla predetta autorità e risulta a tutt’oggi sotto sequestro”.
L’avvocato Sammartano afferma che già una precedente smentita dell’Aeronautica sull’impiego operativo – e non di esercitazione di routine – dei due caccia partiti da Birgi, “è stata sconfessata dalle fonti a disposizione di questo difensore ma, soprattutto, dal rinvenimento e distruzione di ordigni esplosivi all’interno del cratere provocato dall’impatto”.
Il legale sottolinea che l’apposizione del segreto di Stato gli è stata notificata, lo scorso mese di aprile, dalla Procura di Trapani e che “detta circostanza non ha consentito l’accesso agli esiti dell’accertamento sulla scatola nera del velivolo”.
“I familiari del povero pilota deceduto – conclude il legale – hanno diritto ed interesse, più di chiunque, a conoscere le vere cause del “disastro” aereo, non trattandosi di mero incidente”.
Il velivolo “era in fase operativa nell’ambito di una missione Nato”, aggiunge il legale. Due le inchieste: una della procura di Trapani e una dell’Aeronautica. “Proprio per il segreto di Stato – dice – non siamo stati autorizzati a partecipare all’esame della scatola nera”.I resti del caccia sono ancora dove è precipitato