Perseguitava la ex con minacce sempre più gravi e pesanti. Un 38enne di Valverde arrestato dai carabinieri a San Gregorio di Catania per questa escalation di violenza nei confronti di una donna di 35 anni.
“Devi piangere lacrime di sangue”. E’ una delle tante minacce inviate dal 38enne catanese alla sua ex compagna. Questo ed altri episodi hanno spinto l’autorità giudiziaria ad aggravare la misura cautelare. Infatti dal divieto di avvicinamento, che già aveva avuto da qualche tempo, è finito agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Il provvedimento disposto dal Gip di Catania che ha accolto la richiesta della Procura ed eseguito dai carabinieri.
Secondo le indagini l’uomo, che ha due figlie con la ex, avrebbe tenuto una “serie di comportamenti, telefonate, messaggi ed anche pedinamenti, che hanno sconvolto la vita privata e la serenità psicologica” della donna. A maggio nei suoi confronti erano già scattati gli arresti domiciliari, poi commutati nel divieto di avvicinamento e di qualsiasi comunicazione con la parte offesa.
L’uomo però, sostiene la Procura, avrebbe continuato “in tali atteggiamenti, ponendo anzi in essere condotte minacciose e violente nei confronti dell’ex compagna”. L’avrebbe infatti tempestata di telefonate e messaggi sul cellulare. E a novembre avrebbe danneggiato anche l’auto della 35enne. Esasperata delle continue minacce, la donna si è rivolta nuovamente ai carabinieri. Ed è così che è scattato il nuovo provvedimento degli arresti domiciliari, con l’aggiunta del braccialetto elettronico.
Sempre nel catanese qualche settimana fa si era verificato un episodio singolare sempre in tema di violenze. Un uomo arrestato dopo essere stato segnalato da una persona che lo aveva sentito minacciare via telefono la moglie. A denunciare era stata la persona che aveva prestato il telefono al molestatore, non sapendo però quale fosse il suo fine. Non ci ha pensato un attimo e per questo ha denunciato tutto alla polizia postale. Dopo un’indagine lampo gli agenti hanno emesso una misura cautelare nei confronti del marito della vittima.