La polizia ha arrestato quattro persone indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di usura e abusivismo finanziario. Nei loro confronti è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Catania.
Questa mattina, su delega della Procura di Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione a un’ordinanza cautelare di custodia in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Catania, nei confronti di 4 persone indiziate, a diverso titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di usura e abusivismo finanziario.
Le indagini coordinate dalla Procura ed eseguite dal Commissariato di P.S. di Acireale, durate circa 6 mesi, dal dicembre 2021 al giugno 2022, hanno permesso di accertare le responsabilità penali degli indagati dediti ad una ben organizzata attività di usura tesa a conseguire profitti prestando soldi a soggetti in gravi difficoltà economiche richiedendo interessi a tassi proibitivi.I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di conferenza stampa, prevista per le ore 11.30 odierne nei locali della Questura, in piazza Santa Nicolella (via Manzoni).
Ennesima condanna di una banca per aver applicato interessi usurai ad un proprio cliente. La vicenda emerge nel Palermitano, esattamente a Partinico. A vincere la sua battaglia un imprenditore artigiano che si vede risarcire di circa 30 mila euro. Ha vinto il suo braccio di ferro con l’istituto di credito che lo pressava da tempo per aver restituite delle somme. Ora però si ribalta tutto, come evidenzia il Giornale di Sicilia. Adesso è l’artigiano il creditore perché la banca deve restituirgli i soldi.
Secondo quanto emerso nel corso del dibattimento in tribunale, la banca avrebbe applicato interessi a tassi usurai nel garantire un prestito all’imprenditore Partinicese. Sulla base della ricostruzione tecnica, affidata da un consulente nominato dal tribunale, sarebbero stati applicati tassi e condizioni usuraie ed ultralegali per oltre 30 mila euro. Il giudice ha azzerato i suoi debiti, pari a 15 mila euro, e condannato l’istituto di credito a versare 18 mila euro all’imprenditore per costi maggiorati corrisposti nel tempo. A difendere le ragioni dell’artigiano l’avvocato Andrea Pace dello Sportello Tutela Credito.