Su iniziativa del presidente dell’associazione Alleanza universitaria di Catania si è svolto oggi nella sala studio dell’Ersu etneo, l’incontro sul paventato riordino degli Ersu in Sicilia. La riforma, contestata dagli studenti, prevede che sulla scorta della legge nazionale 232 del 2016, gli enti regionali per il diritto allo studio in Sicilia passino da 4 ad 1, mettendo a grave rischio la qualità del servizio offerto agli studenti universitari.
Dopo l’introduzione del presidente di Alleanza Universitaria, Francesco Ferlito, si è svolta la relazione dell’onorevole Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars, a seguire sono intervenuti l’eurodeputato Salvo Pogliese, il senatore Vincenzo Gibiino, i deputati Basilio Catanoso e Alfio Papale e l’onorevole Marco Forzese, capogruppo all’Ars dei Centristi per l’Italia. Numerosi gli interventi delle organizzazioni studentesche, che chiedono una riforma seria e non di facciata.
“Il governo regionale tenta di compiere un errore clamoroso con una riforma inopportuna e sbagliata – afferma il capogruppo azzurro all’Assemblea regionale Falcone -. Nel primo caso perché un esecutivo a fine legislatura non può pensare di riscrivere in tutta fretta le regole che possono cambiare la vita, peggiorandola, a centomila studenti universitari sull’Isola, sbagliata perché la concentrazione della gestione in un unico ente regionale, un carrozzone enorme, renderebbe la macchina tutt’altro che virtuosa”.
“L’università, per la sua funzione formativa, deve essere tranquillizzata piuttosto che messa sulla graticola di una ipotetica, illogica riforma Ersu che il moribondo governo di Centrosinistra intende attuare – dichiara il deputato nazionale Catanoso -. Bisogna rispettare gli interessi degli studenti: il presunto risparmio che si vorrebbe ottenere, non si può fare di certo su queste cose, cioè su un sistema organizzativo che va migliorato e che deve rispondere alle esigenze degli studenti. Semmai, chiedo agli studenti delle Università siciliane di lavorare con proposte ed idee alla stesura di un disegno di Legge che interpreti i loro bisogni e le loro esigenze: il futuro è il vostro, dovete prepararlo voi! Penso che un disegno di Legge nuovo, da presentare alle coalizioni, possa permettere di trovare un denominatore comune dal quale nessuno potrà fuggire”.
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