L’Aligrup “è un’impresa lecitamente costituita ed organizzata”. Lo scrive la Corte di Cassazione nelle motivazioni con cui, il 5 ottobre 2016, ha annullato la sentenza della Corte d’appello di Catania, che aveva condannato Sebastiano Scuto per associazione di tipo mafioso a otto anni di reclusione.

La Suprema Corte ha ritenuto di non disporre la confisca i beni dei familiari dell’imprenditore anche perché la Procura generale “non ha fornito alcuna concreta prova che Sebastiano Scuto disponesse di risorse patrimoniali per interposta persona”.

La Corte ha accolto i motivi sia della Procura Generale, sia della difesa, rappresentata dai professori Franco Coppi e Giovanni Grasso, con riguardo alla modalità di determinazione del quantum confiscabile in relazione al patrimonio, ed ha sollecitato una attenta analisi della partecipazione societaria riferibile a Scuto. Con riguardo al motivo di ricorso proposto dalla difesa relativo al tempus commissi delicti la Corte ha accolto il ricorso della difesa e annullato la sentenza impugnata, rinviando per un nuovo esame alla Corte d’appello di Catania.

“La Corte ha con chiarezza affermato – osservano i professori Coppi e Grasso – che che l’Aligrup spa, società nella quale sono confluite le attività imprenditoriali riconducibili a Scuto e ai suoi familiari è un’impresa lecitamente costituita ed organizzata”.

foto archivio

Articoli correlati