“I pentiti sono importanti per quello che sanno, ma sono altrettanto importanti per quello che non sanno”. E’ stato questo uno dei passaggi dell’arringa difensiva dell’avvocato Giulia Bongiorno all’udienza preliminare in cui si sta discutendo il rinvio a giudizio dell’editore del quotidiano “la Sicilia” di Catania, l’imprenditore Mario Ciancio.
Per due ore il legale, con a fianco l’altro avvocato difensore Carmelo Peluso, ha parlato spiegando al giudice dell’udienza preliminare Loredana Pezzino il ruolo dei collaboratori giustizia. “In questo procedimento ci sono delle prove straordinariamente a favore di Mario Ciancio Sanfilippo e sono i collaboratori di giustizia: nessuno di loro parla di fatti specifici. Ho elencato tutti quelli citati dall’accusa, uno a uno, e nessuno, ribadisco nessuno, ha fatto cenno a un fatto specifico”.
“Tutti parlano di generica ‘vicinanza’ – ha aggiunto – ma nessuno è in grado di parlare di un singolo episodio. E nel procedimento deve valere questo principio: è importante quello che sanno, ma anche quello che non sanno. E questo significa che nei confronti di Ciancio non ci sono fatti, né ce ne potrebbero essere”.
“Io credo che non sarebbe assolutamente corretto – ha osservato l’avvocato Bongiorno – un rinvio a giudizio che non avrebbe sviluppo in un processo e dilaterebbe ulteriormente la sofferenza di Ciancio e non porterebbe ad alcunché. Una sentenza di non luogo a procedere non cancellerebbe la sofferenza, ma sarebbe la dimostrazione del fatto che quando i collaboratori di giustizia fanno ‘pettegolezzo’ non vengono presi per oro colato. Fatti concreti – assicura la penalista – non ne verranno fuori neppure durante un eventuale processo e quindi una sentenza di non luogo a procedere metterebbe fine a una vicenda che a tratti sembra surreale”.
L’avvocato Bongiorno ha anche parlato della sentenza d’appello che ha prosciolto l’ex governatore Raffaele Lombardo dall’accusa di concorso esterno all’associazione mafiosa: “Visto che quella di primo grado – ha commentato – è stata richiamata come un baluardo dell’accusa, dobbiamo prendere atto che un baluardo dell’accusa è venuto meno”.
L’udienza preliminare sulla sua richiesta di rinvio a giudizio è stata aggiornata al prossimo 1 giugno.
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