Un confronto per discutere della crisi dell’Amt, l’azienda che si occupa del trasporto pubblico di Catania, appesantita da un passivo di quasi 60 milioni di euro.
Oggi si sono confrontati i rappresentati della commissione comunale ai Trasporti e le sigle sindacali Faisa Cisal, Ugl e Uil Trasporti per valutare tutte le possibili soluzioni da intraprendere per mantenere in vita un servizio fondamentale Catania. Un situazione difficile che ha fatto scattare uno sciopero di otto ore indetto per il prossimo 20 maggio.
Durante l’incontro è stato ricostruito ancora una volta il passivo dell’Amt: quasi 13 milioni di euro da versare all’Inps, circa 4,6 milioni legati al fondo “Priamo” di categoria, 18 milioni da pagare ai fornitori, 5 milioni e mezzo da consegnare agli istituti bancari e 2 milioni per i trattamenti di fine rapporto.
A queste voci si aggiunge anche la delicata questione dei debiti contratti da alcuni lavoratori che hanno fatto ricorso a prestiti e cessioni del quinto della stipendio, circa un milione e ottocentomila euro, che sarebbero trattenuti dall’azienda e non trasferiti alle finanziarie. Sono tanti i dipendenti ad essere finiti nelle black list.
“Siamo di fronte ad un polveriera pronta ad esplodere da un momento all’altro – dice Carmelo Sofia, presidente della Commissione consiliare –. Oggi l’azienda ha 57 milioni di debiti certi a fronte di decine di milioni di crediti che nessuno sa con certezza quando entreranno nelle casse dell’Amt”.
Nel corso dell’incontro è emersa la necessita di programmare un incontro con il sindaco Enzo Bianco e con i vertici dell’Azienda per definire la questione che dovrà essere sottoposta successivamente anche alla Regione per tentare di aumentare il chilometraggio sovvenzionato.
Intanto le tre sigle hanno lamentato in commissione la mancanza ‘di un confronto con la direzione generale dell’Amt a causa di una serie di decisioni che non sarebbero non conformi al contratto collettivo nazionale di lavoro dello scorso novembre’.
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