Denunciato dalla polizia a Catania un truffatore seriale della rete. Prometteva capi di abbigliamento a prezzi stracciati, inserendo in alcuni noti social le inserzioni. Poi però incassava i soldi dagli ignari acquirenti attraverso carte prepagate e scompariva dalla circolazione, non consegnando mai la merce.
Il sistema
Ad intervenire per mettere fine a queste continue truffe sono stati i poliziotti del commissariato Borgo Ognina che hanno denunciato un ventiduenne considerato un soggetto specializzato nelle truffe on line. L’uomo adescava le sue vittime avvalendosi di un profilo Instagram dove proponeva capi di abbigliamento di marca con forti sconti. Gli utenti, allettati dai prezzi particolarmente vantaggiosi, credendo di fare un affare, acquistavano gli articoli utilizzando carte prepagate, senza poi vedersi recapitata la merce.
L’avvio delle indagini
Le indagini sono state avviate a seguito della denuncia sporta da una delle tante vittime, la quale, dopo aver acquistato con una carta prepagata diversi articoli griffati, non si era vista recapitare i beni di lusso acquistati, tra cui una borsa e un giubbotto di gran marca. Attraverso l’analisi dei movimenti di denaro e dei tabulati telefonici, i poliziotti sono riusciti a risalire all’identità del truffatore, che annoverava numerosi precedenti specifici per fatti analoghi.
Il consiglio
“L’aumento esponenziale delle truffe online – si legge in una nota della questura di Catania – impone agli utenti una maggiore attenzione al fine di non incappare in spiacevoli trappole ordite con offerte allettanti di beni, servizi, viaggi, case in affitto e altro”.
Forte il mercato sulle assicurazioni
Le truffe on line più frequenti sono quelle che riguardano le false assicurazioni. L’Ivass, l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, ha comunicato, su richiesta dell’Unione Nazionale Consumatori, il dato definitivo dei siti internet irregolari scoperti nell’anno 2021: sono ben 219. “Un dato esorbitante e allarmante, – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – specie perché non corrisponde ai siti chiusi ma ai siti irregolari individuati, e questo perché all’Ivass non è ancora stato dato un potere autonomo di oscurare e chiudere i siti fake senza dover ricorrere alla magistratura. Un potere invece dato ad altre Authority come la Consob. Un vuoto normativo incredibilmente non ancora colmato dal legislatore”.
Commenta con Facebook