Blitz all’alba nel catanese nell’ambito di un inchiesta su una truffa sui fondi Covid collegata anche a favori fatti al clan mafioso dei Santapaola Ercolano. La polizia sta eseguendo ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Catania, su richiesta della locale Procura Distrettuale. Il provvedimento riguarda una decina di persone nell’ambito di un’inchiesta su una presunta associazione per delinquere finalizzata alle truffe ai danni dello Stato. Sullo sfondo anche l’aggravante di aver agito al fine di agevolare l’associazione mafiosa Santapaola Ercolano.
Il sequestro
Scattati sequestri nei confronti dei destinatari della misura cautelare restrittiva e di numerosi altri beneficiari di indebiti finanziamenti erogati per fronteggiare l’emergenza Covid-19. Il giudice ha disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, della somma di 380.100 euro. Nell’esecuzione del provvedimento sono impegnati oltre 100 uomini del servizio centrale operativo, della questura di Catania e del reparto prevenzione crimine.
Continui colpi alla famiglia
Da tempo sono continue le operazioni che colpiscono il clan Santapaola Ercolano, definito tra i più potenti nella sfera criminale siciliana. Nei mesi scorsi smantellata un’intera organizzazione legata proprio a questa famiglia dedita al traffico di droga. Scattate 5 misure cautelari per Gaetano Di Giovanni, 48 anni, Salvatore Restivo, 43 anni Fabio Castelli,31 anni, Vincenzo Bauso, 46 anni, e Agatino Di Marzo di 45 anni. L’operazione è della polizia, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia. Di Giovanni e Restivo sono finiti in carcere, ai domiciliari invece Castelli, Bauso e Di Marzo. Le accuse sono a vario titolo associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. In più c’è l’aggravante di aver agevolato la mafia, ed in particolare la cosca “Santangelo Taccuni” che opera ad Adrano e che fa parte del mandamento “Santapaola Ercolano”.
Le indagini
Le indagini si svilupparono tra i mesi di settembre e dicembre 2019 dal commissariato di Adrano e dalla squadra mobile ed hanno messo in evidenza il connubio tra mafia e droga. Attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e videoregistrazioni, gli inquirenti riuscirono ad acquisire “significativi elementi di colpevolezza a carico di un sodalizio criminale”. Organizzazione dedita allo spaccio di eroina, cocaina e marijuana operante ad Adrano con al vertice, in qualità di capi promotori, i fratelli Fabio e Vincenzo Castelli. Quest’ultimo, dopo l’arresto, divenne collaboratore di giustizia.
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