Rapina un negozio ma i titolari, marito e moglie, reagiscono e ne nasce una colluttazione. Alla fine ad avere la peggio è stato il malvivente che è rimasto ferito ad una mano ed ha avuto anche un’insufficienza respiratoria. I carabinieri lo hanno arrestato dopo averlo riconosciuto nel filmato della videosorveglianza.
Le accuse
Ad operare sono stati i carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Gravina di Catania che hanno arrestato nella flagranza di reato un 33enne di Aci Catena con l’accusa di rapina aggravata. Tutto è nato dopo la chiamata di soccorso Numero Unico di Emergenza del 112. A telefonare un cittadino che lo avvertiva di una rapina in corso in una merceria di Tremestieri Etneo da parte di un uomo, nel corso della quale quest’ultimo avrebbe ingaggiato una colluttazione con il 57enne titolare del negozio.
Il rapinatore dolorante a terra
L’equipaggio dei militari dell’Arma, appena giunto sul posto, ha ricevuto l’ausilio di una guardia giurata che ha indicato il presunto autore del reato il quale, malconcio come il titolare dell’attività commerciale dopo la colluttazione, era dolorante a terra. I militari hanno quindi provveduto ad acquisire e visionare il filmato del sistema di videosorveglianza del negozio appurando che l’uomo, con il volto parzialmente travisato da una mascherina chirurgica, avrebbe brandito un coltello a serramanico tentando di rapinare la moglie 57enne del titolare la quale, trovandosi alla cassa e tutt’altro che intenzionata a consegnare i soldi, avrebbe reagito fisicamente al rapinatore poi spalleggiata dal marito nel frattempo accorso in suo aiuto.
I riscontri
Sul posto i carabinieri hanno effettivamente rinvenuto un coltello a serramanico e 3 banconote da 10 euro di cui si era già impadronito il malvivente il quale, a causa della colluttazione, ha riportato un’insufficienza respiratoria ed una ferita lacero contusa alla mano destra. Il proprietario del negozio invece ha riportato lesioni varie giudicate guaribili in dieci giorni. L’autorità giudiziaria, a conclusione del giudizio direttissimo, ha disposto per il malvivente gli arresti domiciliari dell’arrestato.
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