Nessuna pena sarebbe mai stata commisurata alla loro immensa perdita, ma i familiari di Claudia Russo, dopo essere stati risarciti attraverso Studio3A, hanno quanto meno ricevuto una parziale risposta anche dalla giustizia penale.
All’esito dell’udienza preliminare tenutasi ieri, martedì 26 aprile, in tribunale a Catania, avanti il giudice Marina Rizzo, l’automobilista che ha investito la ragazzina, uccidendola a soli 14 anni, e ferito gravemente l’amica che si trovava con lei, Gaetano Mantello, 54 anni, di Caltagirone, ha patteggiato due anni, con la sospensione condizionale. Gli è stata inflitta anche la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida per un anno e sei mesi.
Il tragico incidente del 17 novembre 2020
Il tragico incidente, che aveva scosso tutta la città etnea, è successo il 17 novembre 2020, alle 20.50. Claudia e una coetanea stavano attraversando viale Bolano, la Circonvallazione di Catania, all’altezza dell’intersezione con via Filippo Eredia, quando l’imputato, una guardia giurata, che procedeva in direzione est-ovest, sulla corsia di sinistra, alla guida di una Ford Fiesta di proprietà dell’agenzia di vigilanza privata per la quale lavorava, le ha investite in pieno, impedendo loro di raggiungere il lato opposto della strada.
Un impatto terribile, ulteriore elemento da cui la polizia municipale di Catania, che ha effettuato i rilievi, ha dedotto come l’oggi cinquantaquattrenne procedesse a una velocità “particolarmente smoderata”, per usare la stessa definizione data nel loro rapporto: le due ragazzine sono state caricate sul cofano sfondando il parabrezza della macchina e quindi sbalzate a diversi metri di distanza, rovinando sull’asfalto.
Le condizioni di Claudia sono parse subito disperate: la quattordicenne è stata trasportata in ambulanza all’ospedale Cannizzaro, in stato di coma, e poi trasferita, proprio in ragione dell’estrema delicatezza del suo quadro clinico, nel reparto di Rianimazione del San Marco, dove però, nonostante tutti i tentativi dei medici di salvarla, il suo cuore ha cessato di battere cinque giorni dopo, il 22 novembre 2020: troppo gravi i politraumi riportati. Si è invece miracolosamente salvata l’amica, che però ha riportato lesioni pesanti, tra cui svariate fratture, per una prognosi ben superiore ai quaranta giorni.
L’iter giudiziario
Il pubblico ministero della Procura cittadina Anna Trinchillo ha subito aperto un procedimento penale iscrivendo nel registro degli indagati l’investitore e il 6 settembre 2021, a chiusura delle indagini preliminari, ne ha anche chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per il reato di omicidio stradale con l’aggravante di aver causato anche lesioni personali stradali gravi a un’altra persona. Il Sostituto procuratore gli ha imputato di aver percorso la circonvallazione a una “velocità non adeguata”, per citare l’atto, e di aver “omesso di dare la precedenza ai due pedoni che si accingevano ad attraversare il viale”, per colpa generica consistita “in imprudenza, negligenza e imperizia”, e colpa specifica consistita “nella violazione della normativa sulla circolazione stradale”, in particolare degli articoli 141 commi 1 e 2 del Codice della Strada, che impongono al conducente di regolare la velocità del veicolo, di conservarne sempre il controllo e di essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo.
E a nulla rileva il fatto, come ha più volte chiarito anche la Corte di Cassazione, che le due minori stessero attraversando al di fuori delle strisce pedonali: le più vicine, peraltro, non erano esattamente “alla portata”, trovandosi a circa 60 metri. Conclusioni che rendono in qualche modo giustizia anche alla condotta della vittima. Si è così arrivati all’udienza di ieri, in cui per la famiglia Russo era presente l’avvocato Sebastiano Maio del Foro di Messina, e al patteggiamento.
I familiari di Claudia attraverso l’area manager Sicilia e responsabile della sede di Ragusa, Salvatore Agosta, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha già ottenuto per i propri assistiti un equo risarcimento dalla compagnia di assicurazione della vettura investitrice. Ora con la condanna penale dell’investitore potranno quantomeno chiudere anche il capitolo giudiziario di una ferita che per il resto, purtroppo, non si rimarginerà mai.
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