Tragedia all’università di Catania. Muore ad appena 2 anni, dimenticato in auto dal padre, professore universitario.
La tragedia è avvenuta nel parcheggio della facoltà di ingegneria, intorno alle 14, quando il padre si è accorto, all’improvviso, di aver dimenticato il figlio in macchina.
Doveva essere una giornata come tante altre, solo che accade un imprevisto e il padre dimentica di portare il figlio all’asilo.
Il bimbo si addormenta in macchina, legato al seggiolino.
Il padre arriva nel parcheggio della propria Facoltà, fa caldo, caldissimo. A Catania vengono registrati 34 gradi.
La mattina procede tranquilla, fino a quando la nonna si reca nell’asilo e cerca il bimbo, che nessuno aveva accompagnato.
A quel punto scatta la telefonata al padre, che inizia a correre verso la macchina. Poi l’ultima corsa disperata, verso il Policlinico. Ormai è troppo tardi, per il piccolo non c’è stato alcunché da fare. E’ intervenuta la polizia che ha prestato il primo soccorso alla coppia.
Il padre del bimbo è indagato dalla Procura di Catania, come atto dovuto, per omicidio colposo.
Una situazione che purtroppo si è ripetuta spesso in Italia. Non è la prima volta che succede.
Era lo scorso 22 giugno quando la tragedia non si è ripetuta per l’intervento della polizia. Un bambino di 4 anni lasciato chiuso in auto sotto il sole fuori dall’aeroporto di Catania con una temperatura che sfiorava i 40 gradi all’ombra.
Ma fortunatamente è stato salvato da un sovrintendente della Polizia di Stato. L’agente con il calcio della pistola di ordinanza ha mandato in frantumi il finestrino dell’Audi A6 all’interno della quale era stato chiuso e ha soccorso il piccolo.
Il bambino era sudato all’inverosimile ed era stato già colto da un principio di ipertermia per l’elevata temperatura sviluppatasi all’interno dell’automobile. Quando l’agente ha rotto il finestrino, il piccolo si dimenava sbattendo le sue manine sui finestrini e chiedendo disperatamente aiuto.
I genitori, due svizzeri, 28 anni lei e 32 lui, sono stati denunciati per abbandono di minore in concorso: aveva lasciato il piccolo in auto sotto il solo nei parcheggi dell’area partenze ed erano andati ad accompagnare degli amici.
L’intervento di salvataggio è stato compiuto davanti a numerose persone, che alla fine hanno applaudito gli agenti della Polizia di Frontiera. Il sovrintendente della Polizia di Frontiera si è anche ferito le mani per rompere il finestrino dell’auto parcheggiata negli stalli riservati allo scarico bagagli nella zona partenze. Subito dopo si sono presentati i genitori. Tutti e tre sono stati accompagnati nel presidio sanitario dell’aerostazione, dove sono state prestate le prime cure al bambino, che si è immediatamente ripreso.
La vicenda fa tornare alla mente quanto avvenuto a Catania il 3 luglio del 1998, quando un bambino di due anni, Andrea Deodato, morì per asfissia dopo essere stato «dimenticato» per sei ore dal padre dentro l’auto in sosta nel parcheggio dell’allora Sgs Thomson, nella piana di Catania, dove il termometro aveva raggiunto i 45 gradi.
Il corpicino rosso di ustioni di secondo grado, gonfio, disidratato fu scoperto alle 14 dal padre che prese l’auto per far ritorno a casa. A dimenticare il figlio fu proprio lui che la mattina era uscito di casa per accompagnare il figlio all’asilo e poi recarsi al lavoro ma aveva «dimenticato» il figlio in auto. L’uomo nel 2000 fu condannato, pena sospesa, ad un anno di reclusione per omicidio.