Torna in libertà il sindaco di Bronte, Graziano Calanna, agli arresti domiciliari per istigazione alla corruzione nell’affidamento della gestione della manutenzione e sfruttamento dell’energia elettrica prodotta dall’acquedotto comunale.
Lo ha deciso la sesta sezione della Cassazione che, accogliendo la richiesta dei legali dell’indagato, gli avvocati Carmelo Peluso e Maria Mirenda, ha annullazione senza rinvio il provvedimento emesso il 26 novembre del 2018 dal Gip di Catania.
Calanna è indagato nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Catania sulla “gestione monopolistica delle escursioni sull’Etna“, ma per fatti che non riguardano appalti sul vulcano. Secondo quando emerso da indagini della guardia di finanza, avrebbe chiesto ad un’azienda interessata all’affidamento della gestione della manutenzione e sfruttamento dell’energia elettrica prodotta dall’acquedotto comunale di “prevedere nel piano dei pagamenti di spesa da far approvare al Comune un aumento del valore di 20.000 euro del costo del collaudo”. Soldi che, sostiene la Procura di Catania, Calanna voleva per sé. Richiesta rifiutata dall’imprenditore.
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