Per ora è guerra all’ultimo post su facebook, ma siamo certi che lo scontro nel Pd catanese avrà altri campi di battaglia. Il terreno principale resto, ovviamente, il tesseramento ma gli effetti di quanto avvenuto sotto i gazebo si riflette sulla realtà virtuale gestita da Mark Zuckerberg.
Ieri il duo renziano, Luca Sammartino e Valeria Sudano, ha diffuso una nota al vetriolo in cui si denunciano ‘gravi irregolarità’. Pare che le tessere siano finite prima del previsto “nonostante le code createsi gazebo e circoli sono rimasti chiusi o sono stati chiusi ampiamente prima degli orari stabiliti”.
Va chiarito che i numeri del tesseramento catanese 2015 registrano circa 4400 iscritti, successivamente nel Pd sono confluiti gli ex Art.4 ai quali non è stata ancora consegnata la tessera. Il 2017, poi, essendo anno congressuale, dovrebbe prevedere un aumento del numero degli iscritti, ma è altrettanto vero che proprio Catania è comunque una delle poche città italiane in cui i dem non sono in flessione. Anzi.
Il Pd catanese, su indicazione di Roma, aveva scelto lo scorso week end per consentire le operazioni di registrazione e consegna delle tessere con l’apertura di circoli e gazebo appositamente dedicati. Una deroga (il tesseramento ufficialmente si chiude domani) era stata concessa anche per il week end prossimo, ma dopo lo stop di ieri i dubbi sono più delle certezze.
Intanto in rete si registrano i mugugni delle varie anime dem che vivono alle falde dell’Etna.
Luca Sammartino scrive di “notabili e signori delle tessere ‘scappati col pallone’ come succedeva da ragazzi quando il proprietario del pallone non gradiva il risultato della partita”, mentre Valeria Sudano sui social chiede le dimissioni della segreteria organizzativa e ‘salva’ il segretario provinciale Enzo Napoli che aveva specificato di volersi addossare tutte le responsabilità.
Ad esprimere solidarietà al titolare della segreterie organizzativa catanese, Francesco Laudani, è stata invece la deputata Concetta Raia (area Cgil) che su facebook attacca “qualche collega” che “prima di chiederne le dimissioni, farebbe meglio a farsi qualche esame di coscienza, chiedendosi, ma chi è stato a provocare tutto questo trambusto nel Pd catanese?”
I mugugni stamani non si placano e del caso Catania, almeno così pare, sarà investita direttamente la segreteria nazionale che di gatte da pelare ne ha già abbastanza.
Ma la vicenda del tesseramento non si ferma alla città etnea. A Palermo, ad esempio, l’ex consigliere comunale ed esponente della sinistra delle idee Ninni Terminelli annuncia su twitter che non rinnoverà la tessera del Pd per coerenza con il proprio impegno politico. Vicenda che dovranno essere spiegate ma che sembrano legate anche alla questione nazionale della scissione del partito.
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