Il giudice ha definito l’aggressione come un “gesto organizzato, studiato e infine eseguito sulla scorta di un moto di rabbia, ma sulla base di una sostanziale pianificazione”. Le due indagate, Agata Vitanza e Rosa Alessandra Gennamari, entrambe di 42 anni, sono accusate di tentato omicidio e lesioni personali aggravate da futili motivi. La premeditazione sarebbe evidente nell’acquisto della benzina in un distributore di piazza Bovio e di un accendino in un tabacchino, documentati dalle telecamere di videosorveglianza. Le due donne, dopo aver fatto un giro di ricognizione, si sono accorte della presenza di un gruppo di persone sul luogo dell’aggressione, circostanza che non le ha fermate.

La ricostruzione dell’aggressione

L’aggressione è avvenuta in via Luigi Capuana ai danni di Giusi, una donna di 26 anni. Le due indagate hanno cosparso la vittima di liquido infiammabile e le hanno dato fuoco. Solo il pronto intervento di alcune persone presenti, che hanno soccorso Giusi e l’hanno trasportata in ospedale, ha evitato il peggio. Il giudice per le indagini preliminari ha sottolineato come l’azione fosse chiaramente finalizzata a causare la morte della vittima.

Futili motivi alla base della violenza

Alla base del gesto, una lite telefonica tra due ragazzine per l’ex fidanzato di una delle due. Parole offensive che, secondo le indagate, andavano vendicate. La lite, iniziata in chat, si è trasformata in una resa dei conti tra due famiglie. Le due donne si sono presentate all’appuntamento armate di benzina, colpendo, nella confusione, la zia di una delle ragazzine coinvolte nella lite iniziale.

Le indagini e il fermo

Le indagini della Squadra Mobile di Catania, coordinate dal procuratore Antonio Sfameni, hanno portato al fermo delle due donne in meno di 48 ore. Il fermo è stato convalidato e le due donne si trovano ora nel carcere di Piazza Lanza. L’accusa è di tentato omicidio aggravato. La vittima è ricoverata al centro grandi ustionati dell’ospedale Cannizzaro di Catania con prognosi riservata. Un’altra donna è rimasta coinvolta nell’aggressione riportando ustioni di secondo grado a un braccio. Le indagini proseguono per accertare eventuali altri responsabili.

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