Ieri sera una donna di 45 anni di Paternò ha raggiunto il ponte che sovrasta la SS 121, all’altezza del Km 14+330, con l’intenzione di farla finita.
Alcuni utenti della strada, vedendola in stato confusionale sporgersi pericolosamente dal parapetto, hanno chiesto aiuto al 112 consentendo l’intervento sul posto di una pattuglia del Nucleo Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Paternò.
I militari, dopo una lunga opera di persuasione per convincere la donna a non compiere il gesto estremo, notando che la stessa, ormai disperata, stava per lanciarsi nel vuoto sono intervenuti afferrandola per le braccia e traendola in salvo.
La poveretta, che sembra abbia compiuto il gesto per questioni di natura sentimentale, è stata soccorsa e trasportata al Policlinico di Catania.
Un altro tentativo di suicidio si è consumato nei giorni scorsi nel carcere di Agrigento, ma la notizia è stata resa nota oggi.
“Un detenuto, 20 anni, ha tentato giovedì sera il suicidio nella propria cella, impiccandosi alle sbarre della finestra con un lenzuolo, ma per fortuna è stato salvato dal tempestivo intervento del poliziotto penitenziario di servizio nel carcere di Agrigento”.
Lo rende noto Calogero Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del Sappe, un sindacato della Polizia Penitenziaria. “E’ solamente grazie ai poliziotti penitenziari, gli eroi silenziosi del quotidiano a cui va il nostro ringraziamento per quello che fanno ogni giorno, se il numero delle tragedie in carcere è fortunatamente contenuto – aggiunge -. E’ evidente a tutti che è necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie. Il suicidio è spesso la causa più comune di morte nelle carceri”.
“Gli istituti penitenziari hanno l’obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, e l’Italia è certamente all’avanguardia per quanto concerne la normativa finalizzata a prevenire questi gravi eventi critici. Ma – osserva- il suicidio e il tentato suicidio di un detenuto rappresentano un forte stress per il personale di polizia e per gli altri detenuti”.
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