Affollata assemblea al Katane Palace Hotel di Catania, indetta dallo SMI (Sindacato Medici Italiani) per protestare contro quello che viene ritenuto un attacco portato alla sanità pubblica.
Sotto accusa è l’atto di indirizzo con il quale la conferenza Stato Regioni sta modificando il Contratto Nazionale di Lavoro del settore eliminando di fatto la guardia medica notturna.
“Lo SMI – dice il Presidente Nazionale Dr. Salvo Calì – non fa questa battaglia solo per difendere posti di lavoro, ma soprattutto per salvaguardare il sistema sanitario nazionale, perché oggi per la prima volta nella storia d’Italia si vuole eliminare un pezzo importante della continuità assistenziale”.
“Si passerà – sostiene Cosimo Trovato, responsabile provinciale dello SMI – da un’assistenza H24 a un’assistenza H16, mortificando ancor di più il lavoro dei medici e intasando di notte i servizi del 118 e del Pronto Soccorso”.
“Abbiamo incaricato un costituzionalista, il Prof. Iannuzzi de La Sapienza di Roma – prosegue Calì – per impugnare in ogni sede possibile questo atto di indirizzo, che di fatto espropria il legislatore delle sue prerogative”.
Gli fa eco Concetta Raia, deputato regionale che annuncia, oltre una sua interrogazione parlamentare in proposito, anche il pronunciamento della sesta Commissione dell’Ars a favore della battaglia dello SMI: “Faremo di tutto perché questo pronunciamento si trasformi in una mozione dell’Assemblea Parlamentare Siciliana”.
Sulla stessa scia anche il deputato nazionale Luisa Albanella: “Porterò la questione in tutte le sedi parlamentari nazionali, perché è in gioco il principio stesso dell’assistenza sanitaria pubblica”, e l’Assessore alla Solidarietà sociale del Comune di Catania Angelo Villari: “Condividiamo questa battaglia e faremo in modo che si pronunci anche il Consiglio Comunale”.
A Santo Angileri, coordinatore di un Punto di Primo Intervento, il compito di snocciolare alcuni numeri: “Noi abbiamo in Sicilia circa 420 medici che fanno un milione e mezzo di visite l’anno e servono cinque milioni di siciliani. Se il servizio di Pronto Soccorso non è intasato in orario notturno è proprio grazie al lavoro di questi medici, lavoro che costa al cittadino circa 10 euro l’anno, quasi nulla (poco più dell’1%) rispetto al costo di tutti gli altri servizi distrettuali”.