Sono pochi a distanza di ore gli esponenti del fronte del Si a commentare il voto e quindi la sconfitta che ha portato alle dimissioni di Matteo Renzi. Chi lo fa, come il deputato regionale di Sicilia Futura, Nicola D’Agostino, affida la propria analisi a facebook, il luogo virtuale più intimo ma al tempo stesso maggiormente esposto dove abbondarsi a riflessioni.
“Il risultato è evidente, sia quello nazionale che locale (anzi questo anche di più). Nulla da ridire: ribadisco le mie convinzioni, si tratta di una occasione mancata. Credo – scrive D’Agostino – anche che l’invito a votare di pancia (contro Renzi, per il lavoro che manca, altre cose che nulla c’entrano, ma tant’è…) sia stato prevalentemente accolto; e tuttavia, non ci sono dubbi che i cittadini si siano espressi con decisione contro la Riforma. A prescindere dal significato che ogni cittadino ha voluto dare al proprio voto, rimane il dato incontrovertibile del risultato. Tanto di cappello, e speriamo il meglio per il futuro del nostro Paese”.
Valeria Sudano, deputata regionale del Pd, scrive su facebook commentando il video di commiato di Renzi: “Grazie per il coraggio e per averci provato”, poi in un altro post scrive; “Grazie a tutti X la passione che ci avete messo in questi ultimi mesi …si riparte dal 40% degli Italiani…la strada è lunga ed insieme la percorreremo….”
L’eurodeputata dem Michela Giuffrida fa più o meno la stessa cosa commentando il discorso di Matteo Renzi su twitter con un due parole: “Un leader”.
L’analisi del sindaco di Catania, Enzo Bianco è affidata, invece, alle agenzie :”L’Italia si è allineata a quel voto di pancia, irrazionale, di paura e di protesta fine a se stessa, che ha portato in Gran Bretagna alla Brexit e negli Usa all’elezione di Trump. A quest’esito ha contribuito l’eterogenea coalizione del No che ha trasformato il quesito sulla Costituzione in un referendum su Renzi“.
Bianco aggiunge: “Ma mi viene in mente – continua – anche una frase del Gattopardo che, riferita ai Siciliani, potrebbe essere applicata anche agli italiani: l’unica cosa che non perdonano è quella di fare”.
Nessuna analisi dal primo cittadino di Catania, invece, in merito al voto nella sua città dove, soprattutto nei quartieri popolari e nelle periferie, il No ha raggiunto proporzioni plebiscitarie.
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