Cosa non si fa per il G7. Per quelle delegazioni straniere che in occasione del summit dei ‘grandi della Terra’ in programma il 26 e il 27 maggio a Taormina si troveranno a percorrere le strade catanesi che dall’aeroporto Fontanarossa collegano Catania alla ‘perla dello Ionio’.
Perché, con lo stanziamento dei fondi (poco più di 200 mila euro) destinati alla sistemazione delle strade qualcosa si muove.
Operai della Manutenzione comunale all’opera lungo la Tangenziale di Catania che con ritmi serrati asfaltano, potano l’erba, ripuliscono il ciglio della strada da rifiuti e cartacce e personale dell’Anas impiegato per il rifacimento del manto stradale lungo l’autostrada Catania-Messina.
E puntuale, come accade all’apertura di ogni cantiere, si ripresenta quello che Jonny Stecchino nel film che lo ha reso famoso riteneva il male di tutti i mali: il traffico.
Perché ben vengano i lavori, ma gli automobilisti che quotidianamente percorrono le strade della città in entrata e in uscita per raggiungere il posto di lavoro si trovano a fare i conti con code chilometriche ‘causa’ lavori in corso: per il G7.
E nasce da questo la provocazione di un consigliere catanese della IV Municipalità, Erio Buceti, che senza troppi giri di parole ‘invita’ le delegazioni del G7 a ‘passare’ dal quartiere San Giovanni Galermo.
La richiesta non è casuale: sarebbe l’unico modo per sistemare anche le strade di periferia.
“Se trovarsi all’interno del percorso, che delegazioni straniere e giornalisti provenienti da tutto il mondo faranno la prossima settimana per raggiungere Taormina, vuol dire avere strade riparare, potatura radicale del verde e messa in sicurezza di tutte le varie emergenze viarie allora – dice Buceti – chiediamo al sindaco Bianco di attivarsi affinchè i grandi della terra facciano tappa nella municipalità di “Cibali-Trappeto Nord-San Giovanni Galermo” prima di imboccare l’autostrada per Messina. L’unico sistema, questo, per rientrare nel piano di lavoro da oltre 250.000 euro che il Governo ha stanziato per Catania”.
L’amarezza del consigliere di Municipalità sta proprio nel fatto che, purtroppo, è necessario attendere una grande occasione come quella del G7 per sistemare le strade.
“Se il capoluogo etneo, con l’aeroporto di Fontanarossa e Sigonella, rappresenta la porta d’ingresso del G7 la nostra municipalità con San Giovanni Galermo, San Nullo e Cibali rappresenta la porta d’ingresso per migliaia di pendolari che ogni giorno devono raggiungere il centro di Catania”.
“Perchè allora lasciarci fuori da questo protocollo d’intesa firmato in Prefettura? – lamenta Buceti – perchè lasciarci con il continuo rischio di incendi a pochi passi da case e strade, con gli incroci estremamente pericolosi dove l’incidente può verificarsi in qualsiasi momento e le discariche abusive che si moltiplicano? Perchè costringerci a muoverci quotidianamente su arterie ridotte a vere e proprie “trazzere” per via di buche e avvallamenti? Il G7 sarà una grande occasione di promozione per il territorio etneo. Perchè le periferie catanesi devono essere escluse da queste opere? Il rischio è che questi cantieri rappresentino l’ennesimo segnale di come l’amministrazione consideri Catania come una città dalle due facce: quella del centro storico, della zona dell’aeroporto, dei monumenti e delle cartoline scattate dai turisti. L’altra, invece, quella da nascondere, da ghettizzare o emarginare e che, ancora una volta, viene abbandonata perchè rappresenta solo un bacino di voti e una passerella politica da fare durante il periodo delle elezioni. A Cibali, Trappeto Nord,San Nullo, San Giovanni Galermo – e non solo – abitano decine di migliaia di persone che da anni chiedono servizi ed infrastrutture per avere territori più vivibili e a misura d’uomo”.
Ecco la provocazione di Erio Buceti: “Per tutte queste ragioni chiedo, ancora una volta, che delegazioni straniere, visitatori, capi di stato e troupe televisive quando sbarcheranno a Fontanarossa e Sigonella, la prossima settimana, prima di arrivare a Taormina facciamo un percorso panoramico con tappa fissa nella IV municipalità e nelle altre periferie catanesi”.
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