Negli scorsi giorni, i carabinieri della stazione di Biancavilla hanno effettuato un servizio perlustrativo delle periferie rurali del paese nel Catanese, dove all’interno di un terreno di contrada Scirfi, hanno scoperto un fabbricato abusivo in mattoni, adibito a stalla, in cui era stato richiuso uno splendido esemplare di equino col mantello di colore rosso-fulvo.
Immediata la richiesta d’intervento dei medici veterinari dell’Asp etnea, Distretto veterinario di Paternò, al fine di accertare le sue condizioni di salute, ed escludere che fosse stato maltrattato. Questo dubbio è infatti sorto ai carabinieri perché all’interno della stalla abusiva sono state trovate alcune mensole contenenti diversi farmaci veterinari, di cui la proprietaria dei luoghi, una 41enne del posto, non è stata in grado di fornirne la prescrizione medica necessaria per l’acquisto e la detenzione.
Trovate anche galline e caprette tibetane
In attesa dell’arrivo degli specialisti, i carabinieri hanno trovato nella tenuta anche delle galline e delle caprette tibetane, per cui hanno deciso di sottoporre ai dovuti controlli anche quegli animali.
Durante gli accertamenti, è stato per prima cosa acclarato che le caprette non erano munite dell’obbligatorio microchip. Inoltre non era stato richiesto, e quindi nemmeno rilasciato dall’Asl veterinaria competente, né il “codice stalla per cavalli”, né il passaporto dell’animale, che è obbligatorio e serve a identificare i cavalli destinati al consumo umano e quelli non macellabili.
Questa distinzione è importante e necessaria perché i medici veterinari devono registrare tutti i trattamenti prescritti all’animale e, naturalmente, i farmaci somministrati sono differenti a seconda della destinazione del cavallo.
Anche la presenza di altri animali per far compagnia al cavallo, come le caprette, deve essere comunicata all’Asl e l’animale deve essere registrato, munito di bolo o marche auricolari e sottoposto a regolari controlli sanitari.
Animali affidati in custodia all’istituto di incremento ippico
Al fine di tutelare la salute degli animali, i carabinieri li hanno affidati in custodia giudiziale all’istituto catanese di incremento ippico per la Sicilia, in stato di isolamento fino all’esito delle analisi infettivologiche e microbiologiche, per accertare il loro stato di salute, nella speranza che il cavallo non sia stato adoperato per corse clandestine e, quindi, non sia stato vittima di maltrattamenti.
Per la donna maxi ammenda
Per la donna è scattata una maxi sanzione amministrativa da 63.600 euro sia per l’abusivismo edilizio di cui si è resa responsabile, che per le carenze nei confronti degli animali che deteneva.
Nel corso dell’anno denunciate oltre 25 persone
Nell’anno in corso i carabinieri del Comando Provinciale di Catania hanno denunciato una trentina di persone ed emesso sanzioni per oltre 100mila euro per contrastare le corse clandestine di cavalli, fenomeno criminale collegato alle dinamiche dei clan mafiosi. Le corse clandestine possono rappresentare infatti una forma di controllo del territorio, come anche una modalità di reinvestimento di capitali illecitamente conseguiti, in considerazione del consistente giro di soldi investiti nelle scommesse clandestine.
Le prime vittime di questo business illecito sono, naturalmente, i poveri animali maltrattati, ai quali vengono spesso somministrate sostanze dopanti, con conseguente alimentazione di un mercato parallelo di farmaci illegali.
Commenta con Facebook