- Si è chiusa con l’arrivo a pizza Università a Catania la staffetta paralimpica Obiettivo Tricolore
- Settanta ragazzi “arruolati” da Alex Zanardi hanno attraversato l’Italia
- Obiettivo è dimostrare che anche le disabilità fisiche e mentali non sono un limite ma una diversa opportunità di vita
Ce l’hanno fatta i ragazzi di Alex Zanardi. I suoi 70 “discepoli” hanno attraversato l’Italia da nord a sud in una staffetta paralampica per dimostrare che anche le disabilità fisiche e mentali non sono un limite, ma una diversa opportunità di vita e soprattutto che è vietato arrendersi di fronte alle difficoltà.
Diciotto regioni e 54 tappe
Con questa convinzione, forza d’animo e carica positiva, 70 atleti, arruolati dallo stesso Zanardi nel suo progetto di avviamento allo sport paralimpico Obiettivo3, hanno dato vita alla seconda edizione di Obiettivo Tricolore: una staffetta durata tre settimane, dal 4 al 25 luglio, nella quale gli atleti hanno percorso lo Stivale da nord a sud a spinta di gambe, braccia e cuore, attraversando 18 regioni e 54 tappe e affrontando il caldo, le salite e gli imprevisti, senza mai mollare.
Profetiche sono state le parole di Michele Grieco alla partenza da Villa, a Bolzano: “Alex ci ha consegnato un messaggio carico di speranza, coraggio e positività e noi dobbiamo portarlo in giro per l’Italia”. E così è stato. Obiettivo Tricolore ha raccolto entusiasmo ovunque e come ha ben sintetizzato il parroco di Piove di Sacco a Padova riferendosi a Gabriele Scalise: “Gli handbiker pedalano sdraiati guardando sempre il cielo e ci insegnano a guardare la vita dal basso verso l’alto”.
L’atto finale da Messina a Catania
Il testimone finale è arrivato da Messina a Catania, in piazza Università, assieme alla ciclista catanese Francesca Caruso, new entry del gruppo ma atleta dalla lunga esperienza sportiva e ad un gruppo di altri ciclisti.
Il loro arrivo, com’era immaginabile, è stato per tutti una grandissima festa, il capitolo finale di uno straordinario viaggio e l’epilogo di quel lungo e ideale abbraccio dell’Italia che Zanardi aveva immaginato lo scorso anno, inventandosi questa staffetta dopo il lungo lockdown, e che oggi è diventato realtà, perché ad abbracciare la Caruso sono giunti da tutta la Penisola molti dei suoi compagni di viaggio. Per Francesca, emozionantissima all’arrivo, questa staffetta è stata “un sogno che si realizza”.
Applaudito l’ingresso in piazza Università
Il loro ingresso in piazza Università è stato applaudito anche dall’assessore allo sport del Comune di Catania Sergio Parisi, dal presidente del Cip Sicilia Salvatore Mussoni e dal delegato provinciale Cristina Greco, dal dirigente della direzione Territoriale di Catania dell’Inail Claudia Villari, mentre per l’Anmil era presente il presidente regionale Antonino Capozzo e il presidente territoriale di Salvatore Platani.
L’assessore Parisi, intervenuto anche in rappresentanza del sindaco Salvo Pogliese, nel vedere una piazza Università così gremita, ha sottolineato: “Oggi Catania dimostra davvero di essere una città che ama lo sport e siamo felici di aver ospitato l’arrivo della staffetta Obiettivo Tricolore e del villaggio sportivo di Giusy Versace. Da questa piazza lanciamo anche il nostro in bocca al lupo a tutti gli atleti catanesi e siciliani impegnati ai Giochi di Tokyo”.
La lunga staffetta in giro per l’Italia
Moltissime sono state le emozioni vissute in questa lunga traversata: dalle partenze dai tre diversi punti del nord Italia, La Villa (Bolzano), Lecco e Verrès (Aosta), all’unione dei tre percorsi a Bologna e l’ideale passaggio di testimone a Niccolò Zanardi, figlio di Alessandro, la simpatia dei testimonial come Paolo Kessisoglu, Stefano Baldini, Daniel Fontana, Davide Cassani, Daniele Bennati e Simone Moro che hanno galvanizzato gli atleti lungo il percorso e i numerosi eventi ospitati nella città di Jesolo, Padova, Parma, Bologna, Catiglion Fiorentino, Montalcino, Roma, Benevento, Taranto e Corigliano-Rossano che hanno amplificato il messaggio di promozione dello sport paralimpico, anche grazie all’energia di Giusy Versace, che in alcune di queste città è riuscita ad organizzare dei veri e propri villaggi dello sport per atleti disabili.
Trait d’union tra il mondo sportivo e quello disabile
Ma la grande staffetta ha centrato anche un altro importante traguardo: ha stimolato curiosità in persone nuove e questo rappresenta il traguardo più importante e socialmente più utile: diventare quel trait d’union tra il mondo sportivo e quello disabile, con il quale Alex Zanardi ha concepito la nascita di Obiettivo3 nel 2017.
Come sostiene anche Giusy Versace: “Questi ragazzi con lo sport sono rinati, grazie allo sport hanno trovato un riscatto, una nuova opportunità di vita. Dietro ogni atleta c’è sempre una storia ed bello poterla raccontare affinché possa essere da stimoli per gli altri”.
Soddisfatta e molto emozionata anche Barbara Manni, cuore e anima di Obiettivo3: “E’ stato un viaggio lungo, a volte anche complicato, ma le emozioni provate e il calore raccolto lungo ogni metro di strada non hanno parole per essere descritte. Ringrazio di cuore tutti i comuni attraversati, le amministrazioni che hanno ospitato le tappe, le aziende che hanno creduto in questo progetto, ma soprattutto i nostri 70 meravigliosi atleti e tutto lo staff che ha reso possibile questa grandissima staffetta. Siamo stravolti dalla stanchezza, ma inebriati dalla felicità”.
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