La Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di indagini a carico di V.P., di anni 26, indagato per i reati di maltrattamenti in famiglia commessi in danno dei nonni, rispettivamente di 72 anni lui e 63 lei, nonché dello zio 43enne, ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare in carcere eseguita dai Carabinieri della Stazione di Biancavilla.
Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere hanno evidenziato come le vittime, nonni e zio conviventi, abbiano subito negli anni gravi vessazioni psicofisiche da parte del nipote dipendente dal costante uso di alcol e sostanze stupefacenti.
Il giovane da anni manifestava una crescente aggressività nei confronti dei suoi congiunti ma, in particolare, nei confronti del nonno e dello zio, rei, a suo avviso, di condividere i servigi della nonna che, invece, secondo il suo pensiero doveva provvedere in esclusiva alla sue necessità, alla pulizia dei suoi vestiti, al vitto, e elargirgli il denaro per la droga e le sigarette.
E’ bene però chiarire che, nello specifico, non si tratta di una quasi comprensibile gelosia dettata da particolare affetto nei confronti della nonna piuttosto, invece, di una dittatoriale imposizione nei suoi confronti, ottenuta con oltraggiosi insulti e minacce di morte “… ti ammazzo perché proteggi loro! E poi ammazzo tuo marito e tuo figlio! …”.
Il 26enne riversava sui nonni e lo zio tutto il proprio astio ma, in più, nei loro confronti passava a vie di fatto picchiandoli e minacciandoli in più occasioni: “… da questa casa ve ne dovete andare tu e tuo padre se no prima o poi vi ammazzo! …”.
La perdita di contatto con la realtà, causatagli dall’assunzione di droghe, aveva reso l’uomo preda di manie di persecuzione per le quali era convinto di essere oggetto di avvelenamenti da parte dei componenti della famiglia e, conseguentemente, reagiva con estrema violenza nei confronti dello zio: “… ti ammazzo! Prima o poi muori sotto le mie mani … non conti niente, tu e tuo padre siete (epiteti irripetibili) …”.
Nonni e zio avevano cercato in ogni modo di placare gli eccessi del nipote, non denunciandone gli abusi ed assecondandolo, invece, nella vana speranza di un suo miglioramento.
La situazione era purtroppo ormai diventata irreversibile e le manifestazioni violente del giovane aumentavano per frequenza e, soprattutto, per gravità.
In un’occasione, nello scorso mese di settembre in particolare, il gruppo familiare si era recato nel chiosco del paese per bere una bibita ma le intemperanze del nipote avevano costretto il nonno a redarguirlo intimandogli di assumere un comportamento più rispettoso nei confronti della nonna.
Per nulla intimorito il giovane sputò in faccia al nonno, schiaffeggiandolo e costringendolo alla fuga tra le auto per evitare le coltellate che cercava di infliggergli con un coltello a serramanico, della lunghezza di una ventina di centimetri, che lo scalmanato portava sempre con sé.
Lo zio, nonché figlio della vittima, quindi, aveva iniziato una colluttazione con il nipote riuscendo a disarmarlo ma, all’arrivo dei Carabinieri, quest’ultimo riusciva a fuggire portando con sé l’arma nel frattempo raccolta da terra.
Il timore per la loro incolumità fisica, stavolta, aveva però vinto quell’amore e quel desiderio di fornire aiuto a quel nipote tanto bisognoso quanto pericoloso e quindi, pur con grande sofferenza interiore, nonni e zio si sono confidati con i Carabinieri di Biancavilla i quali, in ottemperanza alle direttive del magistrato titolare dell’indagine, hanno prodotto i necessari riscontri alle dichiarazioni della persona offesa che hanno così consentito l’adozione di una misura cautelare in carcere per l’indagato.
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