L’operaio dei rifiuti indagato per peculato nel Catanese. Si sarebbe recato in una struttura sanitaria per acquistare dei farmaci durante l’orario di servizio. Non solo: con la sua condotta di guida spericolata avrebbe anche messo in pericolo alcuni clienti della stessa struttura sanitaria. La polizia ha quindi denunciato l’impiegato. L’uomo beccato in orario di lavoro, ed in flagranza oltretutto, a sbrigare faccende personali. Anzi, è stato lui stesso che lo ha confessato ai poliziotti.
L’intervento degli agenti di Borgo Ognina
I poliziotti del commissariato sezionale di pubblica sicurezza Borgo Ognina hanno denunciato l’operaio per il reato di peculato. Si tratta di un dipendente di una nota azienda addetta alla raccolta dei rifiuti urbani nel Comune etneo. L’uomo, infatti, durante l’orario di servizio avrebbe fatto compere per fini personali. Alcuni passanti lo hanno notato mentre faceva ingresso ad alta velocità a bordo del veicolo di servizio all’interno del parcheggio di una nota struttura sanitaria. Con il mezzo adibito alla raccolta differenziata dei rifiuti avrebbe messo in pericolo l’incolumità dei passanti. Ha finito inevitabilmente per attirare l’attenzione su di sè. E proprio questo gesto inutile ha finito per metterlo nei guai. La polizia, chiamata per segnalare l’episodio, ha poi scoperto il motivo per cui l’impiegato si trovava lì.
L’intervento della polizia
Ad intervenire sul posto la polizia che era stata allertata dai responsabili della stessa struttura sanitaria. Gli agenti hanno quindi proceduto a bloccare ed identificare il dipendente. Lui stesso ha confessato agli agenti di essersi recato lì durante l’orario di servizio per ritirare alcuni farmaci. Dunque una sorta di auto denuncia per l’operaio, forse inconsapevole, nell’omissione a svolgere le proprie mansioni di raccolta dei rifiuti nell’area che gli era stata assegnata. Il commissariato ha quindi aperto un’indagine sul presunto dipendente infedele con l’ipotesi di reato di peculato. Oltretutto è stata fatta segnalazione della sua condotta al datore di lavoro.
Commenta con Facebook