“Siamo abbastanza fiduciosi sul fatto che i cittadini abbiano compreso le difficoltà delle forze di Polizia nel territorio metropolitano. Questo grazie anche al Siap che, nei numerosi comunicati e interventi, ha provato a fare la propria parte, argomentando senza troppi giri di parole le difficoltà in cui versa la Polizia di Stato e le altre forze dell’ordine nel territorio etneo”
Il piano
Il piano coordinato di controllo del territorio è decisamente superato e riteniamo non rispecchi adeguatamente le attuali esigenze della città: nel 2015, le forze dell’ordine disponevano giornalmente di un numero di pattuglie tali da poter gestire delle porzioni di territorio con competenza esclusiva, oggi spesso non ci si riesce.
Uno dei fattori che maggiormente incide sull’incapacità di esprimere un numero adeguato di operatori in strada deriva senza dubbio dal numero eccessivo di strutture di polizia e dal presidio delle sedi istituzionali catanesi, che richiede un gran numero di uomini in divisa per logistica, vigilanza, servizi connessi alla gestione dei plessi, etc. Questo spreco di risorse non è più sostenibile. Le politiche di spending review prima e il Decreto Madia dopo, hanno significativamente ridotto la dotazione organica del personale della Polizia di Stato da 118.000 operatori a 90.000 attuali che nel 2027, per decreto, dovranno essere 108,400. Allo stato attuale, però, quasi 28.000 agenti in meno si traducono in un grave deterioramento della sicurezza dei territori che, oggi più che mai, hanno bisogno di uomini e donne per garantire la sicurezza pubblica e per contrastare le organizzazioni criminali. Anche se l’attuale esecutivo lavora per invertire la tendenza, i tempi saranno certamente lunghi e lo scenario geopolitico acuisce le criticità.
Si è concretizzato il paradosso che per risparmiare si spende di più, essendosi determinata una situazione di insicurezza tale da costringere i governi a considerare, in più occasioni, l’impiego dei militari per le strade.
Organici sotto il numero necessario
Nonostante la drastica riduzione degli organici, i vari “decreti sicurezza” hanno aumentato l’impegno e l’impiego del personale della pubblica sicurezza. Il dipartimento di P.S. dovrà quindi rimodulare a breve uffici, reparti e personale con un apposito decreto ministeriale, adattandoli alle nuove esigenze di impiego (la probabile chiusura e/o riduzione dei reparti prevenzione crimine e l’accorpamento dei commissariati sul territorio sono segnali indicativi e preoccupanti).
Il Questore di questa città ha immediatamente agito, impiegando più personale in servizi esterni e aumentando la presenza sulle strade, azione da noi supportata positivamente, ma l’arretrato delle pratiche amministrative di polizia si accumula e prima o poi sarà necessario fare i conti con il problema (esempio emblematico, il caso della congestione delle procedure per il rilascio dei passaporti, oltre a tuto il resto). Questo comporta il ricorso a parecchie ore di lavoro straordinario il cui pagamento al personale, però, risulta in arretrato dal maggio del 2022, mettendo in grande difficoltà i poliziotti catanesi.
Il comunicato
Diamo atto al Questore che ha iniziato ad affrontare il tema dell’eccessivo numero delle strutture in uso alla Polizia di Stato, con conseguente dispersione delle risorse, annunciando la volontà del dipartimento di identificare un sito che possa ospitare buona parte delle sedi della questura catanese. Se ciò avverrà, il risparmio di circa 50 uomini addetti alle attuali vigilanze sarebbe già un buon punto di partenza, ma serve aprire una trattativa con le autorità locali per l’eccessivo utilizzo di FF.OO. per tutte le altre sedi istituzionali.
Le nostre perplessità, però, rimangono le stesse: Dopo vent’anni, il dipartimento accoglie la proposta di accorpamento degli uffici in una unica struttura da affittare e per la prima volta sembra abbandonare – o quantomeno sospendere – l’intenzione di realizzare la cittadella della Polizia a Librino, nonostante i 90 milioni di euro già finanziati per l’edificazione sul terreno ubicato in viale Nitta angolo Viale Bonaventura che, giocoforza, dovrà attendere la soluzione per i condotti fognari presenti nel sottosuolo, i lavori per la linea metropolitana e la bonifica dalle probabili contaminazioni ancora presenti. Segnale che in questo territorio le procedure normali sono sempre meno praticabili.
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