“Per la Pfizer di Catania non occorrono velleitarismi o inopportune fughe in avanti, ma solo un piano industriale concreto accompagnato da una corretta operazione-verità per sostenere gli interessi dei lavoratori”. Così Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, riguardo a quanto sta succedendo attorno al futuro dell’insediamento catanese della multinazionale statunitense del farmaco.
«In occasione dell’ultima manifestazione che Cgil, Cisl, Uil, Ugl e le organizzazioni di categoria Filctem, Femca, Uiltec, Ugl Chimici hanno fatto davanti allo stabilimento catanese – ricorda – avevamo anche sollecitato l’interessamento delle istituzioni politiche, Stato-Regione-Comune, perché si facessero sentire e valere, per riconoscere il ruolo strategico dell’industria del farmaco sotto l’Etna e per discutere della tenuta sociale e lavorativa del territorio.
«Abbiamo invocato l’intervento della politica – aggiunge Attanasio – con il coinvolgimento di tutti gli “attori sociali”. Quindi, ben vengano le iniziative di politici, ex-ministri e rappresentanti istituzionali, ma abbiamo l’impressione che l’attivismo, non solo politico, che si sta muovendo attorno alla Pfizer debba essere degno di miglior fortuna. Un dubbio sorge spontaneo: come mai non c’è lo stesso interesse per le altre situazioni di emergenza, come la lotta al dissesto idraulico e idrogeologico della provincia, il recupero dell’edilizia scolastica e la costruzione di nuove scuole, visto che molte delle stesse, costruite negli anni 60 oppure ospitate in vecchi edifici, rappresentano in qualche caso un serio pericolo per l’incolumità di alunni e personale scolastico?»
«Come mai tanto silenzio – incalza il segretario della Cisl catanese – e la mancanza di caparbietà per affrontare e risolvere lo storico problema della zona industriale e del Villaggio Santa Maria Goretti, oppure del riconoscimento della provincia di Catania della classificazione in A1 per l’alto rischio sismologico e tante altre questioni di altrettanta emergenza?»
Secondo Attanasio, nel caso della Pfizer, «pare che ci si stia muovendo con l’occhio riservato più ai destini e alle collocazioni personali che non a quelli del complessivo mondo del lavoro e della coesione sociale a Catania. Un attivismo fatto di fughe in avanti e, alla fine, senza un pubblico progetto e con scarsa concretezza».
«Ecco perché – continua – alla politica chiediamo trasparenza su quali siano i progetti concreti e realizzabili che si intende mettere sul tavolo del management aziendale per non correre il rischio di andare muro-contro-muro con proposte tanto inaccettabili quanto illusorie. Incaponimenti che a poco servono e che, invece, rischiano di fare più male che bene ai programmi aziendali, ai lavoratori e all’intero territorio catanese e isolano».
«Il movimento sindacale catanese, nel suo complesso – conferma Attanasio – ha chiesto, alla Pfizer risposte e chiarezza sul piano aziendale e sul futuro dello stabilimento e, quindi, dei lavoratori impiegati. Ma come Cisl, riteniamo che è velleitario, o fintamente ingenuo, immaginare di imporre, d’emblée, una trasformazione dei processi produttivi, specie se si tratta di determinati medicinali prodotti su larga scala in altre sedi».
In conclusione, il numero uno della Cisl etnea ribadisce che «occorre pretendere dall’Azienda che si presenti con un nuovo piano aziendale e che ci dica quali realmente siano gli investimenti che intende portare su Catania e quali, invece, i prodotti che intende lasciare. Ed è proprio sull’idea di piano aziendale che riteniamo debba avvenire il confronto e, prioritariamente, sulla base dei rapporti industriali tra l’azienda, Confindustria e le organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL».