Carlo (il nome è di fantasia) è un bambino di soli otto anni, ma a dispetto della sua età e a sua insaputa sta vivendo una vicenda legale che rischia di passare alla storia giudiziaria del Paese. A rendere nota la vicenda giudiziaria è lo studio legale catanese dell’avvocato Giuseppe Lipera che segue il caso. 

I genitori del bambino nel 2011 si separano e nasce un normale giudizio davanti il Tribunale Civile di Catania.

La vicenda si complica quando il bambino ad un certo punto si rifiuta categoricamente di incontrare il padre, accade così che entrambi i coniugi si rivolgono al Tribunale per i Minorenni di Catania chiedendo la decadenza della potestà genitoriale l’uno dell’altro.

Il Giudice del Tribunale Ordinario, disconoscendo sostanzialmente l’operato del Giudice Collegiale e specializzato (Tribunale per i Minorenni di Catania, composto da due togati e due esperti) ritiene di poter egli decidere autonomamente le sorti di questo bambino che, seppur dal giorno della sua nascita vive con la propria madre, rischia di finire collocato improvvisamente dal padre (che non vuole assolutamente neppure incontrare) o addirittura in una casa famiglia.

Di contro il Tribunale per i Minorenni è intervenuto saggiamente incaricando una equipe di operatori esperti per avviare con le opportune cautele gli incontri padre e figlio da un lato e dall’altro una mediazione familiare tra i due genitori.

E fin qui la storia di Carlo, seppur triste, è come quella di tante altre dove il bimbo è conteso dai genitori.

A complicare le cose, già di per sé non facili ovviamente, è stato il recente intervento del Magistrato della separazione dei coniugi, il Giudice Istruttore del Tribunale Civile di Catania, che di sua iniziativa ha deciso di rimettere la causa al Collegio affinché quest’ultimo sollevasse regolamento di competenza rimettendo gli atti alla Corte Suprema di Cassazione (secondo questo Giudice l’operato del Tribunale per i Minorenni è sbagliato ed è contra legem).

Sarà quindi la Corte di Cassazione a decidere sul caso, quale migliore garanzia?

Ma non è così perchè nel frattempo che gli Ermellini stabiliranno chi dei due Giudici (il Giudice Istruttore del Tribunale Ordinario ovvero il Giudice Collegiale specializzato cioè il Tribunale per i Minorenni di Catania) è competente, il Giudice Istruttore pretende di essere lui solo a poter decidere di Carlo.

Quel che stranisce è che in altro procedimento analogo è perfettamente sovrapponibile lo stesso Tribunale Ordinario, in pressoché identica composizione, ha deciso in maniera diametralmente opposta, rimarcando che è giusto che del caso si occupi il Tribunale per i Minorenni nel “best interest” del fanciullo minorenne, tant’è che richiama la formula di provenienza della convenzione di New York del 1989, regolarmente ratificata dall’Italia nel 1991 e dalla CEDU: il bambino in sostanza ha diritto “a ricevere dallo Stato una tutela pertinente, specializzata, univoca e coerente”.

La madre di Carlo, nonostante l’evidente contraddittorietà dei due provvedimenti in cui è presente lo stesso Giudice, teme che questi non sia affatto imparziale e per tutelare il proprio bambino, vittima suo malgrado di queste cavillose contese fra Giudici, si è vista costretta a ricusare per l’ennesima volta il Giudice informando il Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, che altri non è che il Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Martedì 12 luglio la nuova udienza davanti questo Magistrato.