Lo sciame sismico si può considerare esaurito e quindi rientra l’allerta rossa sull’Etna. E’ stato l’Ingv, l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia dell’osservatorio etneo, a dare il cessato allarme. “Non sussistendo più le condizioni di sciame sismico tale fenomenologia può considerarsi conclusa” è stato il bollettino diramato nelle ultime ore.
Il vulcanologo conferma
Il noto vulcanologo Boris Behncke attraverso il suo profilo facebook ha confermato il rientro dell’allarme. “Dopo tutta l’eccitazione smisurata (riferendosi a ieri, ndr), in serata l’Etna torna agli scenari già accennati negli ultimi giorni. La Bocca Nuova, sede di una vivace attività in giornata, è quasi spenta, mentre il Cratere di Sud-Est si mostra con la sua bocca orientale incandescente”.
Perché era scattato l’allarme
L’allarme era scattato già 48 ore prima quando era stato rilevato un aumento del tremore vulcanico sull’Etna. Proprio per questo la protezione civile regionale siciliana aveva fatto scattare l’allerta rossa per “Altissima probabilità di accadimento imminente o in corso di fontane di lava”. Il capo del dipartimento, Salvo Cocina, aveva inviato i “Comuni ad attivare i Centri operativi comunali, le proprie strutture e il volontariato nonché le misure previste nel Piano di Protezione civile”.
Il monitoraggio di Ingv di Catania sull’Etna
Tutto nato nel momento in cui l’osservatorio etneo di Catania aveva registrato, dal punto di vista sismico, a partire dalle 13.30 di ieri una nuova fase di incremento dell’ampiezza media del tremore vulcanico. Ma a causa della copertura nuvolosa nella zona sommitale dell’Etna non era possibile effettuare osservazioni tramite la rete di videosorveglianza. La simulazione dell’eventuale dispersione delle ‘ceneri’ vulcaniche indicava una direzione verso i quadranti orientali. Comunque quel quadro eruttivo sull’Etna non impattava con l’operatività dell’aeroporto internazionale di Catania. L’allerta per i voli, il Vona, era stato giallo e mai rosso. Cui fu un repentino incremento dell’ampiezza media del tremore vulcanico portatosi su valori alti. Le localizzazioni del centroide delle sorgenti erano nell’area del cratere di Sud-Est, a una quota di 2.7 chilometri sopra il livello del mare.
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