Non erano solo gli ospedali della Sicilia orientale ad interessare la presunta cricca composta dai referenti di aziende produttrici di Stent e valvole aortiche coinvolti nell’inchiesta Vasi comunicanti della Procura di Catania culminata con 9 misure cautelari.
Gli ospedali palermitani
Le attenzioni si sarebbero posate anche su alcune strutture ospedaliere palermitane che, di certo, rappresentano una quota di mercato non indifferente. Secondo quanto svelato dall’indagine, a cui hanno lavorato i militari della Guardia di finanza, nelle conversazioni degli indagati, intercettate dagli inquirenti, sarebbero emersi dei contatti con altri medici, in particolare dell’ospedale civico di Palermo e dell’Ismett allo scopo, nella tesi dell’accusa, di pressarli per l’acquisto dei loro prodotti grazie al finanziamento di convegni o eventi formativi.
Non sono coinvolti nell’inchiesta
Va detto che le due strutture palermitane non sono coinvolte in questa inchiesta né lo sono i medici avvicinati da uno degli indagati ma per i pm della Procura di Catania assumerebbe un certo rilievo il modus operandi, a testimonianza dell’esistenza di un metodo.
In missione a Palermo
Per i magistrati etnei, una delle indagate, avrebbe espresso “l’intenzione di recarsi personalmente presso l’ospedale Civico di Palermo per parlare delle sponsorizzazioni” si legge nell’ordinanza.
Le conversazioni intercettate
In una conversazione tra la stessa indagata ed un collaboratore dell’ azienda, gli inquirenti vengono a conoscenza di un’altra missione, sempre a Palermo ma questa volta all’Ismett. Per gli investigatori, la donna racconta di “aver concordato” con un medico non indagato e non toccato dall’inchiesta “l’avvio di un contest in favore di giovani studenti” e “dell’assegno da versare a tale scopo o del master da organizzare”.
I casi dei 4 ospedali della Sicilia orientale
Non ci sono riscontri, nell’inchiesta Vasi comunicanti, sulla commissione di illeciti come, invece, avvenuti, sempre secondo l’accusa, nei Policlinici di Catania e Messina, all’Umberto I di Siracusa ed al Giovanni Paolo II di Ragusa, i cui primari di Cardiologia, Corrado Tamburino, Antonio Micari, Marco Contarini e Antonino Nicosia, avrebbero agevolato l’acquisto di Stent e Tavi dopo che i referenti delle imprese avrebbero finanziato alcuni eventi a loro molto cari. Sono ai domiciliari come gli altri indagati: Rosa Vitale, Caterina Maugeri, Giancarlo Antonino Girlando, referenti delle società catanesi PRESIFARM s.r.l., ARCHIGEN s.r.l. e CARDIOVASCULAR s.r.l., Francesco Dottorini, direttore di vendita della Biosensors International Italia.
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