Al lavoro i carabinieri da 48 ore, notte e giorno, per provare a definire i contorni dell’omicidio di Lucrezia Di Prima, la 37enne scomparsa venerdì scorso da San Giovanni La Punta, nel catanese, il cui corpo è stato fatto ritrovare l’indomani dal fratello Giovanni Francesco, 22 anni, che si sarebbe autoaccusato del delitto. Nonostante ci sia apparentemente un reo confesso il cerchio non è per nulla chiuso. Anzitutto il movente non è ancora chiaro. E non è chiaro nemmeno il perché la donna sia stata fatta ritrovare in un bosco, al confine tra Nicolosi e Pedara, ma in realtà sarebbe stata uccisa altrove. Diverse tessere di un puzzle che al momento non combaciano.
Gli inquirenti sono convinti che la 37enne non sia stata uccisa nel bosco, dove per l’appunto il reo confesso l’ha fatta ritrovare. Il corpo sarebbe infatti stato appositamente trasportato lì ma anche in questo caso al momento non ci sono conferme e nemmeno eventuali motivazioni, quindi. I carabinieri restano dell’idea che in realtà Lucrezia Di Prima sia stata uccisa nella sua abitazione, che si trova a San Giovanni La Punta. Una delle ipotesi è che il fratello l’abbia uccisa e inizialmente non avesse intenzione di confessare. Poi però sarebbe crollato nelle ore successive. Ma anche qui gli investigatori hanno ancora qualche dubbio e sono in cerca di conferme. I Ris di Messina per ore sono stati in casa della donna ed hanno scandagliato ogni angolo dell’appartamento.
Gli inquirenti stanno scavando nella vita privata della famiglia per provare a capire cosa avrebbe potuto portare Giovanni Francesco Di Prima ad uccidere la sorella. Chi conosce entrambi sussurra in paese che da qualche tempo il 22enne si fosse un po’ chiuso in sè stesso. Lei invece era molto solare ed estroversa. Con il fidanzato stavano preparando da qualche mese il matrimonio. Un sogno d’amore che però questa tragica morte non riuscirà a far coronare.
La donna era scomparsa nel nulla ieri pomeriggio dalla sua abitazione di San Giovanni La Punta. Da allora era irrintracciabile e anche il sindaco del comune etneo Nino Bellia aveva lanciato un appello. Le ricerche sono state avviate nell’immediatezza ed anche il fratello, inizialmente, con i familiari aveva lanciato l’sos.