Sono 34 gli indagati nell’ambito dell’operazione “Mezzaluna” in cui si è scoperto che la droga correva a fiumi nel quartiere catanese di San Giovanni Galermo. Le misure cautelari, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia, sono state notificate dal polizia in seguito al benestare del gip del tribunale etneo. Per 30 di loro è stata disposta la custodia cautelare in carcere, 3 invece sono ai domiciliari e uno soltanto è stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora.
I nomi degli indagati
A finire in carcere sono stati: Sebastiano Mirko Altavilla, 29 anni; Maria Barbato, 55 anni; Nino Mario Barbato, 38 anni; Claudio Caudullo, 28 anni; Concetto Caudullo, 56 anni; Alfio Cavallaro, 57 anni; Enrico Marco Cocola, 37 anni; Michelangelo Maurizio Cocola, 56 anni; Concetto Renato Consoli, 54 anni; Silvio Consoli, 52 anni; Vito Andrea Curia, 33 anni; Vito Claudio Gangi 55 anni; Salvatore Giuffrida, 54 anni; Sebastiano Guerrera, 33 anni; Antonino Michael Ierna, 25 anni; Filippo Ierna, 38 anni; Tanino Dario Ierna, 36 anni; Stefano Lanzafame, 34 anni; Alfredo Mantia, 58 anni; Giuseppe Razza, 50 anni; Angelo Massimo Ruggeri, 44 anni; Angelo Santoro, 47 anni; Antonino Sciuto, 45 anni; Sergio Sentina, 47 anni; Fabio Vaccalluzzo, 32 anni; Maurizio Vaccalluzzo, 33 anni; Carmelo Ventaloro, 58 anni; Giuseppe Ventaloro, 37 anni; Mirko Ventaloro, 33 anni; Alessandro Carmelo Zappalà, 52 anni. Ai domiciliari: Nicola Di Pasquale, 76 anni; Filippa Crisafulli, 34 anni; Salvatore Lauria, 57 anni. Obbligo di dimora soltanto per Graziella Terranova, 28 anni.
La ricostruzione della rete di spaccio
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti a vario titolo gli indagati avrebbero fatto parte di un’organizzazione che trafficava e spacciava stupefacenti. Marijuana, skunk e cocaina scorrevano a fiumi e finivano nella “piazza di spaccio”, con base logistica nella via Ustica nel quartiere di San Giovanni Galermo, e cioè un luogo controllato dall’organizzazione e deputato, in determinate fasce orarie, alla cessione dello stupefacente tramite “pusher” e “vedette”. Una complessa ed articolata attività investigativa, condotta tra il mese di ottobre 2019 e quello di settembre 2020, che si è incentrata su una delle “piazze di spaccio” storiche del capoluogo etneo.
Commenta con Facebook