- Il PM Andrea Bonomo ha chiesto il “Non luogo a procedere perché il fatto non sussiste”
- L’ex ministro Salvini “Non ha violato alcuna delle convenzioni internazionali”
- Udienza aggiornata al 14 maggio per la decisione
“Non luogo a procedere con la formula che il fatto non sussiste”. È questa la richiesta del PM Andrea Bonomo nei confronti di Matteo Salvini sul caso Gregoretti.
In sintesi, l’ex ministro dell’Interno, nella vicenda dello sbarco dei migranti dalla nave Gregoretti, al centro dell’udienza preliminare in corso nell’aula bunker di Catania, “non ha violato alcuna delle convenzioni internazionali”, le sue scelte sono state “condivise dal governo” e la sua posizione “non integra gli estremi del reato di sequestro di persona” perché “il fatto non sussiste”.
Bonomo, a conclusione del suo intervento in aula davanti al Gup Nunzio Sarpietro, ha ribadito la richiesta di non luogo a procedere nei confronti dell’ex ministro. L’udienza è stata aggiornata al 14 maggio per la decisione.
La Procura di Catania, nella richiesta di archiviazione, aveva scritto che “l’attesa di tre giorni non può considerarsi una illegittima privazione della ‘libertà'”, visto che le “limitazioni sono proseguite nell’hot spot di Pozzallo” e che “manca un obbligo per lo Stato di uno sbarco immediato”.
Inoltre, come osservato dal PM, “le direttive politiche erano cambiate” e dal 28 novembre il Viminale aveva espresso la volontà di assegnare il Pos e di “farlo in tempi brevi”, giustificando “i tempi amministrativi” per attuare lo sbarco dei migranti «con la volontà del ministro Salvini di ottenere una ridistribuzione in sede europea”. Infine, sulla nave «sono stati garantiti assistenza medica, viveri e beni di prima necessità» e “lo sbarco immediato di malati e minorenni”.
“Le bare le condanniamo”
Giulia Bongiorno, l’avvocato che assiste l’ex ministro dell’Interno, nel corso dell’udienza ha condannato ogni forma di violenza sui migranti ribadendo a più riprese come queste non facciano parte del processo in questione: “Le bare che sfilano a Lampedusa noi le condanniamo. Le violenze subite dalle ragazzine noi le condanniamo. Migranti che urlano a bordo della nave agonizzanti come sacchi della spazzatura, non fanno parte di questo processo. Donne in gravidanza a cui viene negato lo sbarco, noi lo condanniamo, ma non fanno parte di questo processo. Non facciamo entrare in questo processo cose che non sono in questo processo”.
“Toninelli non era ministro a sua insaputa”
Poi sull’ex ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, ha sottolineato: “Tonineli che non ricorda, ma l’ansia di dimostrare che lui partecipava al dibattito politico, ma la sua poltrona da ministro era vuota, ma lui partecipa e concretizza con i suoi atti. Non era seduto a sua insaputa su quella poltrona. Ogni suo atto esprimeva una linea politica”.
“Scelte politiche insindacabili”
Bongiorno si è rivolta al giudice dell’udienza preliminare affermando che “La casa delle scelte politiche di alto livello per lo Stato deve essere impenetrabile dal giudice. Lo dice la Costituzione. Io credo che a lei spetti una decisione non su Salvini ma sulla linea di confine dei poteri dello Stato. L’azione penale non doveva essere iniziato azione di Salvini è un atto politico insindacale”.
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