«Luminoso, imperituro esempio di solidarietà umana e di altruismo». Con questa motivazione il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha conferito la medaglia d’oro al valor civile alla memoria di Salvatore Laudani, l’operatore volontario del soccorso alpino deceduto un mese fa sull’Etna, dopo avere recuperato, con i colleghi, un escursionista che si era infortunato nella Valle del Bove.
La medaglia alla famiglia del volontario
Il riconoscimento è stato consegnato alla vedova di Laudani, Maria Nicoloso, e alle figlie, Livia e Giuditta, durante una sobria e commossa cerimonia al PalaRegione di Catania, alla presenza del sindaco di Nicolosi Angelo Pulvirenti, nel cui Comune risiedeva l’eroico soccorritore. Un applauso ha accompagnato la lettura della motivazione: «Uomo di consolidata tradizione familiare e personale, quale Operatore volontario del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico del Cai si impegnava nelle difficilissime operazioni di soccorso e recupero di un escursionista infortunatosi in Valle del Bove, donando tutto se stesso, sino allo stremo delle proprie forze. Luminoso, imperituro esempio di solidarietà umana e di altruismo».
La tragedia dell’Etna
Fatica e freddo. Di questo è morto Salvatore Laudani. Sfinito da una prova fisica più grande delle sue forze. Aveva 47 anni, due figlie adolescenti ed era un volontario del Soccorso alpino siciliano. Se n’è andato alla fine di un’operazione di soccorso, a 2300 metri di quota sul versante sud est dell’Etna, durata ore e in condizioni proibitive, sia per il tipo d’intervento sia per le condizioni del tempo che peggioravano di minuti in minuto. Vento gelido, una tempesta di neve mista a grandine pioggia e una nebbia fitta che ha reso tutto ancora più difficile.
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