I vigili del fuoco sono stati chiamati per una fuga di gas. Pare provocata da una bombola. Non appena i vigili sono arrivati hanno cercato di aprire una porta. Pochi secondi e si è verificata un’esplosione.
“Sembrava un attentato”, dicevano i residenti. L’esplosione ha provocato quattro morti in un edificio di via Garibaldi, nel quartiere che i catanesi chiamano “Il fortino”:in un’officine per la riparazione di biciclette c’è stata una fuga di gas che ha messo in allarme i vicini.
“Ho sentito un boato incredibile – racconta un negoziante – e ho pensato a una bomba violenta, ho avuto una grande paura”. Una donna che abita nella zona chiede “quando potrà tornare a casa”, visto che i pompieri sono ancora al lavoro per mettere in sicurezza la zona che è transennata. “Ho pensato di morire – racconta un giovane che lavora in un negozio – lo spostamento d’aria è stato così forte che ho temuto che le mura mi crollassero addosso da un momento all’altro”.
Nella deflagrazione sono morte quattro persone: due sono i vigili del fuoco Giorgio Grammatico e Dario Ambiamonte, ma all’interno della palazzina è stato trovato anche il cadavere carbonizzato di un uomo, Giuseppe Longo. Ci sono altri due vigili del fuoco in ospedale.
È invece illeso ma sotto choc il quinto componente della squadra. È stato portato in un luogo ‘protetto’, lontano dai riflettori.
I corpi dei due suoi colleghi morti sono stati trasportati all’ospedale Vittorio Emanuele, mentre i due feriti sono ricoverati al Garibaldi, dove sono ricoverati in prognosi riservata. Uno, il più grave dei due,
ha riportato un importante trauma polmonare, e sarà ricoverato nella rianimazione diretta da Sergio Pintaudi.
Il secondo ha un trauma cranico con la teca avvallata e ferite varie: potrebbe essere trasferito nel reparto di neurochirurgia.
Drammatiche le prime immagini: dal “fortino”, dove poco dopo l’incidente si è presentato anche il sindaco Enzo Bianco, giungevano riprese di uomini sanguinanti a terra, con i primi soccorritori che verificavano se i vigili del fuoco coinvolti nell’esplosione respirassero ancora. Per due, però, non c’era più nulla da fare, e lo stesso per l’ultrasettantenne Longo, che viveva nella palazzina e che lavorava come venditore e riparatore di biciclette.
L’uomo, che viveva in affitto nel palazzo, aveva sia la casa che il negozio all’interno dell’edificio. Sarebbe stato anche lui a chiamare i vigili del fuoco perché intervenissero. Un’inchiesta è stata aperta dalla procura etnea.