Ci sono voluti 23 anni, ma l’attesa è stata ripagataA prescindere dal risultato finale, è stata una festa: di sport e in particolare di rugby. Postando una foto del Massimino pochi minuti prima della partita, il presidente regionale della federugby, Orazio Arancio, ha scritto su facebook: il mio sogno. Un sogno che si è realizzato, quello di riportare la nazionale italiana a Catania dopo 23 anni. Un sogno anche per il risultato che ha visto l’Italia battere le Isole Fiji per 19 a 10, dopo un match combattuto, intenso e a tratti spettacolare. Oltre a ciò che ha detto il campo, lo spettacolo è stato prodotto anche da tutto quello che gira intorno al rugby.
Atmosfera da brividi e organizzazione perfetta: in campo, a bordo campo e in tribuna ( grazie anche alle ragazze della Luca Napoli Management ). Tutto perfetto per la festa del rugby a cui Catania ha risposto con più di 12 mila persone che hanno gremito le tribune dello Stadio Massimino; qualche spazio vuoto sulle curve, dovuto, forse, al maltempo che si è abbattuto sul versante etneo. Catania, comunque, ha mostrato e dimostrato quanto sia forte la passione per il rugby: una passione storica, suggellata dalla presenza della nazionale che ha scelto la città etnea per il primo dei tre test match previsti nel mese di novembre.
LA PARTITA. Primi tre punti per la nazionale italiana dopo pochissimi minuti di gioco con un calcio di punizione trasformato da Canna. Comincia nel migliore dei modi la partita della nostra nazionale che però deve effettuare il primo cambio: esce lovotti, entra Zani. La partita è equilibrata e intensa: altro cambio per l’Italia con Minozzi che prende il posto di Castello. Nel frattempo Fiji pareggia i conti con un altro piazzato.
Nel primo tempo è proprio l’equilibrio il maggiore protagonista della partita: le due squadre si annullano. A spezzare la situazione di stallo è la nazionale italiana che riesce ad andare in meta con Ferreri, meta trasformata da Canna. Italia che si porta sul 10 a 3 Gli azzurri si distraggono e con un pizzico di fortuna riescono ad evitare una meta praticamente fatta dalle Fiji. Meta che però prima dell’intervallo arriva: altro errore della difesa sfruttato al meglio dei bianchi delle Fiji che realizzano con il numero 5. Meta trasformata che porta le squadre in parità sul 10 a 10: risultato con cui si chiude il primo tempo.
Nella ripresa l’Italia cambia Pigi con Ghiraldini ed arriva subito una meta con Carlo Canna, che però l’arbitro dell’incontro, con il supporto delle immagini (anche nel rugby c’è la Var ) non convalida assegnando una punizione alle Fiji. La partita si mantiene su un costante equilibrio: diversi i cambi effettuati dagli allenatori, per provare a rompere la parità. Ci riesce l’Italia con un piazzato realizzato ancora una volta da Canna: azzurri in vantaggio 13 a 10.
Canna si ripete pochi minuti dopo con un altro piazzato che porta gli azzurri sul 16 a 10: un vantaggio consistente, ma non rassicurante. Ovazione del pubblico del Massimino per l’ingresso in campo del siciliano, di Favara, Giovanni Licata. La partita si spegne anche per la stanchezza delle due squadre: non succede molto negli ultimi minuti, ma l’Italia segna ancora con il piazzato di McKinkey che nei secondi finali porta il risultato sul 19 a 10, risultato con cui si chiude il match e comincia il classico terzo del rugby sulle note, azzeccatissime, del ‘Il cielo è sempre più blu’ di Rino Gaetano.
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