Il siciliano Claudio Ingalisi, di Aci Trezza, nel Catanese, si trova a bordo della nave “Laura Bassi”, la rompighiaccio che nei giorni scorsi ha raggiunto il punto più a sud mai esplorato in Antartide.
La nave italiana nel punto più a sud dell’Antartide
La nave rompighiaccio italiana “Laura Bassi” raggiunge il punto più a sud dell’Antartide mai attraversato da una nave: Baia delle Balene nel Mare di Ross. A bordo, tra i membri dell’equipaggio, anche il trezzoto Claudio Ingalisi. A darne l’annuncio è il sindaco di Aci Castello Carmelo Scandurra. “Il nostro concittadino Claudio Ingalisi, residente ad Aci Trezza, si è reso protagonista, insieme al team di tecnici e ricercatori impegnati nella campagna oceanografica della 38esima Spedizione Italiana del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), di questo importante record”.
La soddisfazione del primo cittadino
“L’Amministrazione di Aci Castello esprime con entusiasmo la propria soddisfazione per la presenza di un trezzoto nell’equipaggio che ha segnato questo importante traguardo in quanto arricchisce il repertorio delle celebrità locali in ambito scientifico ed esplorativo”.
L’impresa della nave rompighiaccio italiana
La nave rompighiaccio italiana “Laura Bassi” dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS ha toccato il punto più a Sud mai raggiunto da una nave. L’impresa rientra nella campagna oceanografica della 38/a Spedizione Italiana del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA). I ricercatori e i tecnici a bordo hanno raggiunto, all’interno della Baia delle Balene, un sito fino a oggi inesplorato che si trova alla latitudine di 78° 44.280’ S, il punto più meridionale mai raggiunto nel Mare di Ross in Antartide.
Lo scopo del viaggio in Antartide
Scopo della missione è effettuare campionamenti nell’ambito di “Bioclever” (Biophysical coupling structuring the larval and juvenile fish community of the Ross Sea continental shelf: a multidisciplinary approach) un progetto coordinato dall’Istituto di scienze polari (Cnr-Isp) del Cnr, grazie anche alla collaborazione dell’osservatorio marino MORSea (Università Parthenope). Il record è stato raggiunto nel corso della prima campagna oceanografica dedicata a sette diversi progetti tra attività di lancio e recupero di boe (floating e drifter) alla messa a mare dei “mooring”, per studiare le colonne d’acqua e realizzare mappe di aree ancora non cartografate in collaborazione con l’Istituto Idrografico della Marina Militare Italiana. Il rientro al porto di Lyttelton in Nuova Zelanda è previsto per il 6 marzo 2023, mentre quello in Italia è atteso per la seconda metà di aprile.
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