- Presentato a Catania il Piano dei rifiuti per la Sicilia
- A giorni il bando per la realizzazione di un termovalorizzatore
- Musumeci parla di “un settore delicato” e degli “interessi della criminalità”
“Abbiamo la necessità di fare chiarezza in un settore delicato in cui è forte anche l’interesse della criminalità. Noi dobbiamo redigere il piano, dare le autorizzazioni di finanziare impianti e a eseguire monitoraggio e controllo. E invece ci troviamo a dovere fare tutto noi, mentre le competenze su raccolta e smaltimento è di Comuni e Province”. Lo ha detto il presidente della Regione, Nello Musumeci, a Catania, alla presentazione del piano dei rifiuti per l’isola con l’assessore Daniela Baglieri, il dirigente generale Calogero Foti, e il consulente Giuseppe Pollicino.
“Oligopolio privato e sistema a rischio collasso”
“Abbiamo trovato una differenziata al 22% – ha aggiunto Musumeci – quattro impianti pubblici che trattavano il 29% dei rifiuti e altri 4 privati col 71%. Si è creato un sistema di oligopolio privato che potrebbe, se volesse, fare collassare il sistema”.
Le criticità secondo il governatore
“Nello smaltimento – ha ricordato il governatore – abbiamo trovato sei impianti pubblici, quattro dei quali già in esaurimento, e tre privati che avevano il 90% della raccolta. Abbiamo trovato la mancanza di un piano regionale, 10Srr non attive, carenza di impianti, lentezza burocratiche, impianti autorizzati con ordinanza del presidente, 511 discariche esauste non classificate. Nella raccolta differenziata – ha detto ancora – abbiamo trovato una bassa percentuale dei Comuni, scarsa sensibilizzazione dei cittadini, gare d’ambito non avviate. Tanto ci pensa la Regione a coprire le inerzie”.
A giorni il bando per un termovalorizzatore
“Per realizzare un nuovo impianto in Sicilia ci vogliono cinque anni. Tempi vergognosi dovuti alla burocrazia nazionale e regionale. I termoutilizzatori privati si possono realizzare in tre anni. Tra pochi giorni lanceremo il bando per realizzarne uno, ma il controllo sarà della Regione. E’ un sistema ‘mangia rifiuti’ che produce ricchezza: calore e energia. Senza questa soluzione resteremmo in mano all’oligopolio dei privati e della cultura delle discariche”. E’ quanto ha specificato il governatore sottolineando di “non essere stati mai innamorati di questo sistema, ma è la soluzione per liberarci dalle discariche”.
L’obiettivo del governo regionale
“Il governo regionale per la gestione dei rifiuti in Sicilia si è posto come obiettivo, entro il 31 dicembre 2035, di arrivare a un tasso del 65% di riciclo e di portare al massimo al 10% del totale di quelli raccolti da portare in discarica. Tra i vantaggi della realizzazione di un termoutilizzatore ci sono la drastica riduzione dei rifiuti in discarica, il recupero di calore e energia, la riduzione del costo di smaltimento dei rifiuti e dei costi ambientali e l’immunizzazione rispetto alle emergenze rifiuti. In Sicilia, attualmente, ci sono oltre 500 discariche esauste. Tra i contro gli elevati costi di realizzazione degli impianti e di gestione” ha spiegato ancora il governatore.
La Regione, sono i dati resi noti, è passata “al 42% di raccolta differenziata, quasi raddoppiata rispetto al 22% del 2017″. “Centossantadue i Comuni siciliani con oltre il 65% di raccolta differenziata – ha aggiunto Musumeci – 268 quelli con oltre il 50% e 57 con meno del 35% nelle tre città di Palermo, Catania e Messina.
Durante l’incontro con la stampa sono stati presentati altri ‘risultati’ ottenuti dal governo regionale come tre nuovi impianti pubblici di compostaggio e due nuovi impianti di smaltimento.
Trent’anni di mala gestione del sistema dei rifiuti
Il governatore ha poi tuonato: “Veniamo da 30 anni di mala gestione del settore. Qualcuno dovrebbe emigrare dalla Sicilia, non dovrebbe più farsi vedere”.
“Se sarà emergenza venderemo i rifiuti all’estero”
Musumeci ha parlato del passato ma anche del futuro e pare avere le idee chiare: “Dobbiamo liberare la Sicilia dalla schiavitù delle discariche. Per 30 anni la politica ha lavorato per crearne soltanto di private, e ora i loro titolari dicono di volerle chiudere se non si raddoppia la capienza. I rifiuti non abbiamo dove conferirli. Allora ben vengano uno-due termoutilizzatori, come avviene in 37 parti d’Italia, per produrre energia, calore e denaro. Le discariche sono offesa al buon senso e all’ambiente”.
E ancora: “L’emergenza l’affronteremo come è stato fatto negli ultimi 20 anni, con soluzioni che non peseranno sulla tasca dei cittadini – ha aggiunto – se il sistema in Sicilia dovesse arrivare al collasso noi faremo quello che fanno le altre regioni, anche quelle ‘ambientaliste’: venderemo i rifiuti all’estero. Io sarei del parere di rifarci sulle tasche dei politici che hanno creato questo disastro”.
Serve collaborazione per uscire dall’emergenza rifiuti
“Io e il mio dipartimento – ha aggiunto l’assessore Daniela Baglieri – stiamo lavorando senza sosta per uscire dall’emergenza rifiuti e consentire di far risparmiare i siciliani. Ogni anno un cittadino dell’Unione europea genera in media 500 chili di rifiuti, di cui più della metà viene smaltita in discarica. Numeri impressionanti che non possiamo più sostenere, sia dal punto di vista ambientale che economico. Non è – ha concluso l’assessore all’Energia – un obiettivo utopistico ma lo raggiungeremo solo con la collaborazione dei vari soggetti istituzionali coinvolti”.
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