Di recente, la Polizia di Stato ha effettuato nel quartiere di Librino di Catania controlli straordinari volti a prevenire e reprimere il dilagante fenomeno delle truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche quali il reddito di cittadinanza, carta rei, indennità di disoccupazione.
Tra i molteplici controlli e contestazioni, particolare rilievo ha assunto il controllo, scaturito a seguito del rilevamento di alcuni recenti cartelloni pubblicitari posti sulla pubblica via dove una donna pubblicizzava il “primo lavoro discografico – nuovo album uscita primi di novembre”, effettuato presso un minimarket ubicato in viale San Teodoro, i successivi accertamenti operati dal personale di Polizia hanno consentito di accertare che i cartelloni erano stati affissi abusivamente e che l’esercizio era totalmente abusivo e allestito all’interno di un immobile Comunale e, tra l’altro, privo dell’agibilità per lo svolgimento del suddetto esercizio commerciale e senza pagare alcun canone.
Durante il controllo di Polizia è emerso, inoltre, che tre persone, appartenenti allo stesso nucleo familiare, vi lavoravano e per loro stessa ammissione, è emerso che tutti avevano dichiarato falsamente all’INPS di essere disoccupati e ciò ha consentito ad uno dei tre, una donna, di richiedere e ottenere il reddito di cittadinanza in una proiezione di 18 mensilità a partire dal mese di luglio, per un importo di euro 709,99 cadauna.
Inoltre, la stessa donna dichiarava di essere residente presso una casa popolare assegnatagli dal comune di Belpasso mentre risultava essere domiciliata a Catania in viale San Teodoro.
È inoltre risultato che la richiedente del reddito di cittadinanza ha dichiarato di essere un’artista neomelodica e ha investito 3000 euro per incidere, mediante una nota casa discografica, 4 brani, già pubblicati, e un quinto inedito in uscita; ancora, la donna ha anche riferito di avere bisogno di altri soldi per incidere l’intero album contenente 8 brani.
Pertanto le tre persone sono state indagate in stato di libertà in concorso ai sensi dell’articolo 640 bis del codice penale che punisce con la reclusione da 2 a 7 anni il reato truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, nel caso specifico il reddito di cittadinanza.
Alla luce di quanto accertato, la Polizia di Stato ha comunicato agli enti competenti i fatti al fine di adottare l’eventuale revoca del sussidio statale.
A tal riguardo, si evidenzia che nella giornata di ieri, l’INPS ha comunicato di aver posto in decadenza il reddito di cittadinanza a decorrere dalla data del sopra indicato accertamento evidenziando pur tuttavia che alla richiedente sono state già pagate due mensilità di euro 709,99 per i mesi di luglio e agosto 2019; in tal modo, oltre a dover restituire le due mensilità, la richiedente non percepirà le rimanenti 16 mensilità pari a euro 11.359,84.
La Questura sta valutando la possibilità di emettere a carico dei responsabili ulteriori provvedimenti.
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