Arrestato il complice di una rapina ad un distributore di carburante a Catania. L’uomo è stato accusato dal suo compare, che era già stato arrestato qualche settimana prima, e inchiodato da una serie di prove raccolte dalla polizia.

Le indagini coordinate dalla Procura

E’ stata la Procura della Repubblica del tribunale di Catania ad avere delegato la polizia di Stato per l’esecuzione della custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari. In manette è finito P.G., 34 anni, in quanto gravemente indiziato di una rapina commessa la notte del 12 ottobre scorso. A suo carico anche le accuse di porto in luogo pubblico di arma clandestina con munizionamento e ricettazione. Reati in concorso con il pluripregiudicato Giovanni Spina, 33 anni, già destinatario della stessa misura cautelare il 26 ottobre.

L’accusa

Proprio Spina in sede di interrogatorio, oltre ad ammettere di avere commesso i fatti a lui contestati, vale a dire due rapine, il porto di arma e la ricettazione, ha riferito di avere commesso la rapina del 12 ottobre con la complicità di P.G., a sua volta rimasto ferito a seguito di un colpo di fucile accidentalmente esploso nella fase di fuga con uno scooter nel momento in cui i due malviventi erano caduti a terra. L’arresto è arrivato a conclusione delle indagini coordinate dalla Procura e svolte dalla sezione reati contro la persona, sessuali e in danno di minori della squadra mobile.

Le immediate indagini e le prime prove

Le indagini partirono dal 12 ottobre scorso in seguito alla segnalazione pervenuta al 112 di una rapina in corso all’interno di un distributore di carburante, ubicato in via Palermo. Ad essere stati avvistati due uomini armati alle cui costole si misero immediatamente gli equipaggi della polizia. Gli agenti trovarono sul manto stradale di una via limitrofa numerosi pacchetti di sigarette di varie marche, denaro in monete e un cassetto di un registratore di cassa, dando così da subito un valido spunto alle indagini. Nel corso delle successive verifiche, grazie agli esiti dei servizi dinamici predisposti e alle risultanze acquisite dalla disamina delle riprese di sistemi di videosorveglianza, veniva poi recuperato un sacco dell’immondizia, con all’interno l’abbigliamento indossato dagli autori della rapina, in parte intriso di tracce di sangue.

L’arma rinvenuta

Dall’analisi delle diverse registrazioni riprese dai sistemi di videosorveglianza si appurava, inoltre, che gli autori della rapina nel corso della fuga avevano perso  l’arma utilizzata, un fucile da caccia con canne e calcio segati e con matricola abrasa. L’arma fu rinvenuta da un addetto alla raccolta dei rifiuti, a sua volta arrestato il 13 ottobre scorso per il reato di detenzione e porto di arma clandestina e ricettazione, per essersi impossessato del fucile. P. G., dimesso da un ospedale della provincia Catanese dopo le lesioni riportate per quella esplosione accidentale di un colpo proveniente dalla stessa arma utilizzata per commettere la rapina, è stato accompagnato prima negli uffici della squadra mobile e poi trasferito nella casa circondariale di piazza Lanza.

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