Un pestaggio a sangue, l’incendio doloso e persino il progetto di un omicidio svelati dai carabinieri nel Catanese, scattano due arresti. Vittima un imprenditore straniero da anni residente a Randazzo, a cui gli si voleva impedire di acquistare degli immobili all’asta. A finire in manette Francesco Calanni Pileri, ritenuto il presunto mandante, e Carmelo Pino che, invece, avrebbe personalmente reclutato i due “picchiatori”. Le accuse a vario titolo sono di tentata estorsione aggravata e danneggiamento seguito da incendio.
Il quadro preliminare delle aggressioni
La vittima, un 66enne di origini egiziane, avrebbe subito vessazioni e minacce sin dall’estate dello scorso anno, secondo quanto appurato dai carabinieri della compagnia di Randazzo. I due arrestati, secondo l’accusa, si sarebbero rivolti ad altri soggetti del panorama criminale del catanese per intimidire l’imprenditore, negoziante nel settore dell’arredamento. Gli si voleva impedire di acquistare all’asta una serie di immobili che un tempo erano stati di proprietà di Pileri. Edifici che attualmente sono pignorati e fanno riferimento a un complesso immobiliare all’interno del quale l’imprenditore egiziano vive e lavora.
La prima spedizione punitiva
La prima azione intimidatoria documentata dall’attività investigativa avveniva il 5 agosto dell’anno scorso. L’egiziano due mesi prima si era aggiudicato all’asta una serie di locali del complesso immobiliare in questione. In quel frangente la vittima in pieno giorno, mentre stava lavorando, sarebbe stata violentemente aggredita da due soggetti. Pare fossero stati reclutati da Lorenzo Pino Carmelo. I due hanno picchiato il 66enne a mani nude e minacciato di morte, lasciando la terra agonizzante. Per quell’aggressione gli fu asportata la milza. Calanni Pileri, nel tentativo di crearsi un alibi, si presentò proprio nel momento del pestaggio alla caserma dei carabinieri di Bronte per depositare una querela contro l’egiziano per turbativa d’asta.
L’incendio doloso
Ma le ritorsioni continuarono. Il 6 marzo scorso Pileri, sempre secondo i carabinieri, avrebbe architettato l’incendio della casa dell’imprenditore, il quale rimaneva anche gravemente intossicato. La vittima riuscì a salvarsi perché fuggiva da una delle finestre dello stabile. Alla base dell’azione criminale ci sarebbe il fatto che il giorno seguente l’egiziano avrebbe dovuto depositare la caparra per partecipare a un ulteriore passaggio per l’acquisto del complesso immobiliare.
Il tentativo di architettare l’omicidio
Non contento qualche settimana dopo sempre Calanni avrebbe tentato addirittura di architettare l’omicidio del 66enne per evitare che perfezionasse l’acquisto degli immobile. Si rivolse a diversi malavitosi del catanese, alcuni dei quali anche gravati da condanne per associazione mafiosa. Cercò sostegno per organizzare un attentato alla vita del malcapitato. Lorenzo Pino Carmelo avrebbe dato la sua disponibilità ma non al delitto. Si era pensato ancora ad un’altra pesante intimidazione con un compenso pattuito di 3 mila euro. Il tutto scongiurato dall’intervento dei carabinieri che hanno fatto scattare i due arresti.
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