“Un condominio sano! Sette voti! Sto minchia di ponte del 2 giugno”. L’imprecazione, con tanto di occhi al cielo e mani che si agitano nervosamente, è quella di un candidato alle prossime elezioni amministrative del 5 giugno, scadenza indicata dalla giunta regionale della Sicilia per una trentina di comuni.
Per gli aspiranti consiglieri comunali e anche per chi ambisce alla poltrona di primo cittadino il problema è più serio di quanto si possa immaginare, perché oltre alle strategie per intercettare il consenso occorre prima vincere le resistenze di quei cittadini che, richiedendo un solo giorno di ferie, possono inanellare una filotto vacanziero da quattro dì e cinque notti, per dirla come i depliant delle agenzie di viaggio.
La Festa della Repubblica, infatti, cade di giovedì quindi partendo mercoledì sera e con un venerdì di ferie si aggancia il week end e la vacanza è servita.
La scelta di votare il 5 giugno, dunque, rischia di rivelarsi un ottimo modo per venire incontro all’astensionismo, per dare una mano a delusi, scontenti e indifferenti. insomma un favore all’anti politica.
Il fascino della prima tintarella estiva non ha scoraggiato la giunta regionale che ha già deliberato mandando alle urne i siciliani di 29 città, mentre il problema se lo è posto il governo nazionale chiamato a decidere sulla scadenza elettorale di Roma, Milano, Torino, Napoli, Trieste e Bologna.
Proprio il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, in occasione di una conferenza stampa su un altro ponte, quello sullo Stretto, rispondendo ad un cronista ha ricostruito proprio la possibilità di un primissimo esodo estivo.
Politicamente, però, la questione è più delicata. Vero è che le elezioni amministrative sono una partite a sé, specie nei piccoli centri, ma per chi costruisce le proprie fortune sul cosiddetto voto d’apparato immaginare di andare a votare il 5 giugno è una iattura soprattutto in tempi in cui il partito dell’astensione è maggioranza nel Paese.
E’ stato uno dei crucci dell’Italia berlusconiana contro il polo progressista che affollava le piazze anche nei giorni di festa, ma oggi la situazione si quasi invertita con il Pd a trazione renziana che fa molto affidamento sulle segreterie. Chi, invece, potrebbe essere avvantaggiato è il Movimento 5 Stelle che a prescindere dalle sirene vacanziere ha l’opportunità di mettere a segno l’agognato sorpasso.
E poi, i sette voti mancanti che fanno dannare il candidato che abbiamo intercettato in un bar sono un’infinità in quei paesi dell’Isola in cui poche preferenze determinano l’esito della competizione.
Certo, bisogna vedere quanti siciliani oggi possono permettersi un vacanza (anche low cost), ma questa è un’altra storia. Purtroppo.
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