Una Conferenza Stato-Città straordinaria per fare il punto di situazione sulla legge Delrio, “alla luce della mancata conferma della riforma costituzionale”: questa una delle richieste avanzate nella Stato-Città di oggi dal presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, e sindaco di Catania, Enzo Bianco.
“I problemi non sono solo di natura finanziaria ma anche amministrativi e istituzionali”, ha sottolineato l’amministratore etneo. “L’esito del referendum ci riconsegna le Province, e è necessario un ‘tagliando’ per capire quale sarà il nuovo assetto dei poteri locali e quali ricadute avrà sulle città, sulle Province stesse e sui piccoli Comuni”, ha concluso Bianco.
In Sicilia, va specificato, che si va verso un ritorno alla vecchie Province. Proprio la scorsa settimana da Forza Italia è giunta proposta di immaginare una ‘finestra legislativa’ per procedere alla discussione di una legge voto in aula. Anche larga parte del Pd (che è il partito di Bianco) è orientato al ripristino delle Province, ma con degli aggiustamenti, che potrebbe prevedere nuovamente anche l’elezione diretta del sindaco metropolitano o del presidente del libero consorzio.
Essendo la legge Delrio una riforma sul contenimento della spesa e considerata dai più come grande riforma di sistema, resta da capire se l’Ars, nell’ambito della nuova ‘controriforma’ avrà totale libertà di manovra avendo, da Statuto, competenze sugli enti locali o se è necessario immaginare un passaggio romano per evitare l’ipotesi di un’impugnativa davanti la Corte Costituzionale anche da parte del Consiglio dei ministri.
C’è chi assicura che la discussione a Sala d’Ercole possa iniziare subito dopo l’esercizio finanziario per concludersi, in tempi record, entro aprile o al massimo a metà primavera.
Chi si oppone fermamente è il M5S, così come i comitati delle città di Gela, Niscemi, Piazza Armerina e Licodia Eubea e ovviamente i fedelissimi di Rosario Crocetta che della riforma (mai del tutto decollata) è stato uno dei promotori.
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