“Basta dal 1 febbraio riapriamo”. E’ lo slogan dell’iniziativa promossa da Fipe Confcommercio di Catania, che raggruppa ristoratori e gli operatori del mondo della somministrazione, che ha promosso una manifestazione per mercoledì prossimo, davanti l’ingresso di via Etnea della Villa Bellini. Una iniziativa, spiega l’associazione di categoria, autorizzata dalla Questura di Catania per protestare pacificamente contro la zona rossa e la chiusura di bar, ristoranti, pizzerie e le attività di somministrazione in genere.
i ristoratori chiedono di tornare a lavorare
“Un’occasione – aggiungono – per far conoscere alla stampa e all’opinione pubblica la loro posizione in merito ai provvedimenti restrittivi adottati dal governo nazionale e da quello regionale”. I ristoratori chiedono di tornare a lavorare e spiegano anche il perché è possibile riaprire le loro attività. La Fipe Confcommercio si rivolge ai presidenti del Consiglio dei ministri e della Regione Siciliana «confermando l’impegno a lottare contro il Covid, ma anche la ferma volontà di salvare l’economia del Paese”.
Sostegno da Cantiere Popolare
E arriva anche il “Pieno sostegno all’iniziativa di Fipe Confcommercio di Catania che chiede di aprire le attività commerciali. ‘La tutela sacrosanta del bene primario della salute va promossa a tutti i livelli e le misure di contenimento adottate hanno prodotto i risultati che ci si attendeva, anche a Catania e provincia, con un sensibile rallentamento degli indici di contagio, in un territorio tra i più colpiti dal virus”. a dirlo è Marco Forzese, coordinatore di Cantiere Popolare a Catania.
La riapertura il primo di febbraio
“Oggi la situazione è migliorata a riteniamo consenta la riapertura di attività commerciali che si erano già dotate di tutti gli accorgimenti per proteggersi in modo efficace, a tutela dell’utenza e dei lavoratori. Proprio per questo merita il massimo sostegno l’iniziativa promossa dalla Fipe Confcommercio di Catania per mercoledì prossimo e che lancia la riapertura dal prossimo primo febbraio. Bar, ristoranti, pizzerie e attività di somministrazione possono garantire tutte le condizioni per una riapertura in sicurezza. Sarebbe una scelta di buon senso. Il sistema economico locale è al collasso. Tuteliamo la salute ma salviamo il lavoro e l’economia sana delle imprese”.
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