È cominciata nell’aula bunker del carcere di Bicocca a Catania la deposizione del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, come testimone, nell’ambito dell’udienza preliminare del procedimento Gregoretti per la richiesta di rinvio a giudizio di Matteo Salvini. Subito dopo è prevista la deposizione, sempre come testimone, dell’allora vice premier e attuale ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
L’ex ministro dell’Interno, presente assieme al suo legale, l’avvocato Giulia Bongiorno, è imputato per sequestro di persona per il ritardo dello sbarco di 131 migranti nel luglio del 2019. L’udienza è presieduta dal presidente dei Gip di Catania, Nunzio Sarpietro. Sono presenti anche i legali delle parti civili, gli avvocati Daniela Ciancimino (Legambiente nazionale e Sicilia), Antonio Feroleto (Arci nazionale) e Corrado Giuliano (Accoglierete) e il penalista Massimo Ferrante che rappresenta una famiglia di migranti presente sulla nave Gregoretti.
“Alcune esternazioni ci sono sembrate eccessive rispetto alla terzietà. Per questo saremo attenti alla sobrietà del magistrato per tutto quello che voi avete seguito sulla stampa”. Lo ha detto l’avvocato Corrado Giuliano dell’associazione AccoglieRete riferendosi alla posizione del Gup Nunzio Sarpietro che presiede l’udienza preliminare per il caso Gregoretti a Catania. Il legale, prima dell’inizio dell’udienza all’aula bunker di Bicocca, ai giornalisti ha spiegato di riferirsi “non alla vicenda del ristorante”, di cui si è occupata la trasmissione Le Iene di Italia 1, che “è un’altra cosa”, ma “quello che è successo nel procedimento” a Roma, durante l’audizione dell’allora premier Giuseppe Conte, durante il quale, ha riferito l’avvocato, “ha parlato anche di Palamara e di un suo fatto personale non pertinente con il processo”.
“E questo – ha sottolineato – non ci convive”. Alla domanda dei giornalisti l’avvocato Giuliano se come parte civile stanno pensando alla ricusazione del Gip ha detto: “no, non ancora”. Ai cronisti che hanno chiesto ancora se ci stessero pensando, l’avvocato ha osservato: “stiamo attenti perché è una cosa molta delicata…”.
“Sono contento di aver sentito dai due testimoni il fatto che c’era una continuità nell’azione di governo, una condivisione nell’azione di governo e una soddisfazione per aver svegliato l’Europa che prima del nostro governo dormiva. Non do giudizi su simpatia o antipatia…”. Lo ha detto Matteo Salvini sulla deposizione dei ministri Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio.
E ancora: “A rischiare 15 anni di galera sono io. Tutti pontificano, tutti chiacchierano, ma in aula bunker dove ci sono i processi di mafia c’e’ Matteo Salvini da imputato. Io oggi ho sentito una ricostruzione coerente e
corretta dei fatti. Quello che facevamo, lo facevamo insieme. Lo decidevamo insieme, lo festeggiavamo insieme’.
“Non abbiamo chiamato mai altri a correi – ha aggiunto Salvini – nel senso che io non ho mai alzato il dito contro Conte, Di Maio, Lamorgese che non sono colpevoli neanche loro perché molto semplicemente riteniamo che non ci sia alcun reato. Tutti attuavano le stesse politiche di governo”.
Una testimonianza “lunga, approfondita e documentata” – a quanto si apprende – è stata fornita dalla ministra dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, oggi in occasione dell’udienza preliminare per il caso Gregoretti a Catania, su tutti i passaggi che hanno determinato le decisioni prese in occasione degli sbarchi di migranti. La titolare del Viminale ha risposto a tutte le domande rivolte dai magistrati, dagli avvocati di parte civile e dalla legale di Matteo Salvini, Giulia Bongiorno. Lamorgese ha parlato soltanto – carte alla mano – di quanto avvenuto sotto la sua gestione, nel Governo Conte II. In questo periodo il tempo medio di permanenza in mare dei migranti soccorsi da navi umanitarie – secondo la testimonianza resa – è stato di due giorni e mezzo dal momento della richiesta del Pos (il porto sicuro) in acque sar italiane all’effettivo sbarco. Per i primi tre casi successivi al suo insediamento il 5 settembre 2019 (riguardanti le navi Ocean Viking, Alan Kurdi e Aita Mari) la procedura seguita è stata quella del Governo precedente, con l’autorizzazione allo sbarco seguita all’ottenimento della disponibilità di accoglienza da parte dei Paesi Ue e la media non è stata rispettata. Ma in seguito, dal novembre del 2019, c’è stato un riallineamento dei tempi tra la ricerca della solidarietà europea e la concessione del Pos. La ministra ha riferito che comunque ogni evento fa storia a sè ed ha le sue peculiarità. Ha spiegato le complicazioni determinate dalla pandemia da Covid, con la difficoltà di trovare un porto adatto ed organizzare l’accoglienza a terra. Ed ha inoltre rivendicato l’efficacia delle navi-quarantena nella gestione degli arrivi durante l’emergenza Coronavirus.
“La Gregoretti era inserita nell’elenco delle navi Sar” e quindi “era ritenuta adeguata ad accogliere i migranti soccorsi anche per diversi giorni” perché tra quelle “destinate a recuperarli”. Lo ha detto l’avvocato Giulia Bongiorno, legale di Matteo Salvini, a conclusione dell’udienza preliminare davanti al Gup di Catania. La penalista ha anche aggiunto che il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha fornito una “testimonianza decisiva” sottolineando come anche nel governo “Conte 2 c’era un’assoluta continuità di linea e di azione: il ministro, in maniera precisa e con carte alla mano ,ha dato atto che spesso venivano date indicazioni per ottenere prima la redistribuzione e poi lo sbarco”.
Sulla deposizione dell’allora vicepremier Luigi Di Maio, l’avvocato Bongiorno ha riferito che c’erano “sistematiche riunioni dopo il no allo sbarco per decidere” cosa fare sulla redistribuzione. “Era una linea di governo che risultava dagli atti – ha detto la penalista – e che risulta adesso anche dalle deposizioni”
Si terrà il 5 marzo la prossima udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per la gestione dello sbarco di 131 migranti da nave Gregoretti nel luglio del 2019. Sarà sentito, come testimone, l’ambasciatore italiano all’Ue, Maurizio Massari. Lo ha deciso il Gup di Catania, Nunzio Sarpietro, che lo stesso giorno scioglierà la riserva sulla richiesta delle parti civili di convocare l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara come persona informata sui fatti